La connessione tra l’esplosione di supernova ed il resto di supernovae in SN 1987A. Lo studio: “Hydrodynamic simulations unravel the progenitor-supernova-remnant connection in SN 1987A” di S. Orlando (INAF-OAPA) recentemente pubblicato su A&A

Le stelle con una massa maggiore di 9 masse solari terminano la loro evoluzione come supernove. Queste esplosioni sono innescate dal collasso gravitazionale del nucleo di queste stelle massive, una volta che le reazioni termonucleari si sono esaurite e il nucleo non è più sostenuto dalla pressione prodotta dalle reazioni stesse. Non si tratta, comunque, di semplici esplosioni dalla simmetria

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La dimensione degli esopianeti modellata dalla radiazione UV delle stelle. Lo studio: “The Bimodal Distribution in Exoplanet Radii: Considering Varying Core Compositions and H2 Envelope’s Sizes” di D. Modirrousta-Galian (INAF-OAPA) pubblicato su ApJ

Ad oggi (23 Marzo 2020) sono stati confermati 4141 esopianeti in 3072 sistemi planetari, con 5075 candidati esopianeti che attendono conferma (fonte: https://exoplanets.nasa.gov/). Il numero di esopianeti identificati e confermati è grande abbastanza da permettere agli astronomi di studiare le proprietà globali, come la distribuzione di massa, parametri orbitali, dimensioni e composizione, degli esopianeti mettendole anche in relazione con le caratteristiche

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Una compagna nascosta per la cefeide V473 Lyr. L’articolo “X-Ray Observations of the Peculiar Cepheid V473 Lyr Identify A Low-mass Companion” di N. R. Evans (Smithsonian Astrophysical Observatory) pubblicato su AJ

Le cefeidi sono stelle giganti pulsanti, la cui luminosità varia in maniera periodica. Le cefeidi rappresentano un’importante classe di stelle, ad esempio perché il periodo delle loro pulsazioni è legato alla loro luminosità intrinseca. Questo rende le cefeidi una classe di “candele standard“, ossia sorgenti per cui è possibile stimare la luminosità intrinseca, permettendo misure di distanza tramite confronto con

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Un esplosione asimmetrica per spiegare le proprietà di SN 1987A. Lo studio “Matter Mixing in Aspherical Core-collapse Supernovae: Three-dimensional Simulations with Single Star and Binary Merger Progenitor Models for SN 1987A” di M. Ono (Astrophysical Big Bang Laboratory) pubblicato su ApJ

La notte del 23 Febbraio 1987 una supernova, denominata SN 1987 A, è esplosa nella Grande Nube di Magellano, una galassia satellite della Via Lattea, distante “solamente” 170000 anni luce da noi. SN 1987 A è quindi la supernova più vicina alla Terra osservata in epoca moderna, e quindi un evento unico per studiare le esplosioni di supernova e la

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Pianeti con un periodo orbitale ultra-corto. Pubblicato su A&A lo studio: “An ultra-short period rocky super-Earth orbiting the G2-star HD 80653” di G. Frustagli (INAF – Osservatorio Astronomico di Brera)

I pianeti della classe “Ultra-Short Period” (USP) sono esopianeti che orbitano attorno la propria stella a distanze molto ravvicinate e con periodi orbitali più brevi di un giorno. Tutti gli esopianeti di questa classe hanno un raggio minore di 2 raggi terrestri e sembrano avere una composizione simile a quella del nostro pianeta, con un’eventuale sovrabbondanza di ferro.   Sono

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3DMAP-VR: un progetto per lo sviluppo di modelli astrofisici in 3D per la Realtà Virtuale

Lo sviluppo di modelli numerici rappresenta un potentissimo mezzo per indagare proprietà fisiche ed evoluzione temporale di oggetti astronomici, soprattutto per oggetti remoti o quando il livello di dettaglio necessario è maggiore del potere di risoluzione dei telescopi moderni. Questi modelli sono sviluppati usando codici idrodinamici o magnetoidrodinamici. Negli ultimi anni, lo sviluppo della Realtà Virtuale sta offrendo possibilità nuove

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Il meccanismo alla base dei resti di supernova sovraionizzati. Pubblicato su ApJ lo studio: “Deep XMM-Newton Observations Reveal the Origin of Recombining Plasma in the Supernova Remnant W44” di H. Okon (Kyoto University)

Quando una stella di grande massa esplode come supernova, la sua atmosfera forma una nebulosa in rapida espansione chiamata resto di supernova. Spesso, i resti di supernova interagiscono con nebulose pre-esistenti, create da materiale espulso dalla stella prima dell’esplosione (mezzo circumstellare) o semplicemente presente nella regione attorno la stella esplosa (mezzo interstellare). L’interazione tra il resto di supernova in espansione

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SuperTerre caldissime ma con un’atmosfera ricca di idrogeno. L’articolo: “Hot Super-Earths with Hydrogen Atmospheres: A Model Explaining Their Paradoxical Existence” di D. Modirrousta-Galian (INAF-OAPA) pubblicato su ApJ

Le “super-Terre” sono esopianeti rocciosi con una massa compresa tra la massa della Terra e quella di Urano. Alcuni di questi pianeti possono avere orbite molto strette attorno la propria stella. Ad esempio, la super-terra 55 Cancri e, con una massa pari a 8.6 masse terrestri, orbita attorno la propria stella ad una distanza di circa 0.016 UA (Unità Astronomiche,

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Accrescimento e dispersione dei dischi protoplanetari. Pubblicato su A&A lo studio: “X-shooter spectroscopy of young stars with disks. The TW Hydrae association as a probe of the final stages of disk accretion” di L. Venuti (Eberhard Karls Universität/Cornell University/NASA)

Alla sola distanza di 160 anni luce circa, l’associazione stellare di TW Hydrae è un riferimento importante per lo studio delle stelle di pre-sequenza e l’evoluzione dei dischi protoplanetari. Le stelle di pre-sequenza sono stelle giovani (pochi milioni di anni di età), ancora in fase di contrazione gravitazionale e non alimentate da reazioni termonucleari. Molte di loro sono circondate da

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Echi coronali. Pubblicato su ApJ lo studio: “Large-amplitude quasi-periodic pulsations as evidence of impulsive heating in hot transient loop systems detected in the EUV with SDO/AIA” di F. Reale (UNIPA/INAF-OAPA)

Osservato nelle bande X e UV, il Sole appare disomogeneo e cosparso da archi magnetici brillanti (chiamati archi coronali) dove è confinato plasma a milioni di gradi. Gli archi appaiono più numerosi, compatti, caldi e brillanti in regioni chiamate “regioni attive”, che si sviluppano attorno le macchie solari, dove il campo magnetico è più intenso. Uno dei problemi ancora non

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