Frammenti estremamente veloci ed emissione di raggi X nel resto di supernova SN1006. L’articolo: “Indication of a fast ejecta fragment in the atomic cloud interacting with the southwestern limb of SN 1006” di R. Giuffrida (UNIPA/INAF) pubblicato su A&A

I resti di supernova, ovvero le nebulose in rapida espansione create dalle esplosioni di supernova, possono costituire intense sorgenti di radiazioni ad alta energia, in particolare raggi X. Tale radiazione può manifestarsi in due forme: termica e non termica. La radiazione termica deriva da materiale denso ed è strettamente correlata alla temperatura del materiale. Per emettere radiazione termica ai raggi

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Uno studio completo dell’attività coronale delle stelle M vicine al Sole. L’articolo: “Complete X-ray census of M dwarfs in the solar neighborhood. I. GJ 745 AB: Coronal-hole stars in the 10 pc sample” di M. Caramazza (Eberhard-Karls Universität Tübingen) pubblicato su A&A

La corona è l’atmosfera più esterna nella maggior parte delle stelle, un regione dove il plasma è riscaldato a milioni di gradi dall’attività magnetica stellare. Poiché sia l’intensità che la topologia del campo magnetico dipendono dalla struttura interna delle stelle, lo studio dell’attività coronale stellare offre la possibilità sia di comprendere i fenomeni magnetici ad alta energia che avvengono nelle

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Un super-brillamento osservato nella stella AD Leo. Lo studio: “The Great Flare of 2021 November 19 on AD Leo. Simultaneous XMM-Newton and TESS observations” di B. Stelzer (Eberhard-Karls-Universität Tübingen) pubblicato su A&A

I brillamenti sono fenomeni transitori ed ad alta energia che caratterizzano la maggior parte delle stelle, e che nel Sole possiamo studiare con grande dettaglio spaziale e temporale. Questi fenomeni seguono un violento rilascio di energia immagazzinata nel campo magnetico della stella che, a seguito di una serie di fenomeni, portano ad un violento riscaldamento del plasma stellare. Questo, espandendosi

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Diversi regimi di accelerazione di particelle in un resto di supernova. Lo studio: “A Spatially Resolved Study of Hard X-Ray Emission in Kepler’s Supernova Remnant: Indications of Different Regimes of Particle Acceleration” di V. Sapienza (UNIPA/OAPA) pubblicato su ApJ

I raggi cosmici sono particelle cariche ad alta ed altissima energia, che costantemente “piovono” sul nostro pianeta. Tra gli ambienti astrofisici considerati responsabili dell’accelerazione di raggi cosmici, figurano principalmente i resti di supernova. Questi oggetti sono nebulose in rapida espansione, generate dalle esplosioni di stelle di grande massa. Nei resti di supernova, l’accelerazione delle particelle sembra avvenire lungo l’onda d’urto

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I resti di supernova come acceleratori di particelle. L’articolo: “The supernova remnant SN 1006 as a Galactic particle accelerator” di R. Giuffrida (UniPA/INAF-OAPA) pubblicato su Nature Communication

Il nostro pianeta viene constantemente bombardato da particelle altamente energetiche (principalmente protoni), chiamate “raggi cosmici“. lo studio dei raggi cosmici è un argomento di grande interesse per vari campi della scienza, ad esempio per le conseguenze che possono avere su attrezzature ed astronauti nello spazio (dove la naturale protezione fornita dal campo magnetico terrestre è minore o nulla). Alcune di

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L’interazione magnetica tra stella e pianeta può produrre brillamenti più energetici. Lo studio: “X-ray variability of HD 189733 across eight years of XMM-Newton observations” di I. Pillitteri (INAF – OAPA) pubblicato su A&A

La corona è l’atmosfera più esterna delle stelle non di grande massa. In questa regione, che si estende per alcuni raggi stellari, il plasma raggiunge temperature di alcuni milioni di gradi, alle quali emette principalmente radiazione ai raggi X. La temperatura media delle corone nelle stelle varia parecchio, in funzione di parametri stellari quali l’età della stella, la sua rotazione,

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Atmosfere in fotoevaporazione nei pianeti giovani. L’articolo: “New Constraints on the Future Evaporation of the Young Exoplanets in the V1298 Tau System” di A. Maggio (INAF – OAPA) pubblicato su ApJ

La ricerca di esopianeti attorno alle stelle giovani è di grande importanza per lo studio del processo di formazione planetaria e delle prime fasi evolutive dei pianeti. Il disco di gas e polveri da cui i pianeti si formano, infatti, ha una vita media di pochi milioni di anni, durante i quali i pianeti giovani interagiscono con il materiale in

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Cefeidi ed emissione di raggi X. L’articolo “X-rays in Cepheids: XMM-Newton Observations of η Aql” di N. R. Evans (SAO-CfA) pubblicato su AJ

Le cefeidi sono stelle di grande importanza, in quanto permettono di determinare la distanza delle galassie entro poche centinaia di milioni di anni luce da noi. Questo avviene grazie alle pulsazioni che caratterizzano queste stelle giganti, che stanno attraversando una fase instabile della loro evoluzione. Le pulsazioni fanno cambiare la loro luminosità con una periodicità che dipende dalla luminosità intrinseca

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Jet lanciati durante le esplosioni di supernova. L’articolo: “X-ray emitting structures in the Vela SNR: ejecta anisotropies and progenitor stellar wind residuals” di V. Sapienza (UNIPA/OAPA) pubblicato su A&A

I resti di supernova, ossia le nebulose in rapida espansione formate dalle esplosioni di supernova, presentano tipicamente una morfologia asimmetrica. Questo è spesso dovuto all’interazione tra l’onda d’urto in espansione ed il mezzo circostante, e, soprattutto quando sono state generate da esplosioni di supernova a collasso del nucleo (ossia innescate dal collasso gravitazionale del nucleo di una stella di grande

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Una compagna nascosta per la cefeide V473 Lyr. L’articolo “X-Ray Observations of the Peculiar Cepheid V473 Lyr Identify A Low-mass Companion” di N. R. Evans (Smithsonian Astrophysical Observatory) pubblicato su AJ

Le cefeidi sono stelle giganti pulsanti, la cui luminosità varia in maniera periodica. Le cefeidi rappresentano un’importante classe di stelle, ad esempio perché il periodo delle loro pulsazioni è legato alla loro luminosità intrinseca. Questo rende le cefeidi una classe di “candele standard“, ossia sorgenti per cui è possibile stimare la luminosità intrinseca, permettendo misure di distanza tramite confronto con

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