Alla ricerca di oggetti compatti nel resto di supernova di Keplero. Pubblicato su ApJ: “No Surviving Companion in Kepler’s Supernova” di P. Ruiz-Lapuente (Instituto de Física Fundamental, Madrid)

di Mario Giuseppe Guarcello    ( segui mguarce)   In cosmologia, le supernovae di tipo Ia sono estremamente importanti in quanto permettono di misurare con accuratezza le distanze delle galassie che le ospitano. A differenza delle supernovae a collasso nucleare, quelle di tipo Ia non sono dovute al collasso del nucleo di stelle molto massicce al termine della loro evoluzione, ma

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A caccia di stelle di piccola massa nelle associazioni OB. Pubblicato su A&A lo studio: “The low-mass pre-main sequence population of Scorpius OB1” di F. Damiani (INAF-OAPA)

di Mario Giuseppe Guarcello    ( segui mguarce)     Le associazioni OB sono gruppi di stelle massicce (di tipo spettrale O e B, con una massa maggiore di 3.3 masse solari) che spesso coprono vaste zone di cielo. La presenza in quseste associazioni di una ricca popolazione di stelle massicce suggerisce la presenza di un numero ancora più grande di

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Un resto di supernova con caratteristiche uniche. Pubblicato su A&A lo studio: “Discovery of a jet-like structure with overionized plasma in the SNR IC 443” di E. Greco (OAPA/UNIPA)

di Mario Giuseppe Guarcello    ( segui mguarce)     Lo studio dei resti di supernova, nubi formate dalle esplosioni di supernova, sono oggetti di grande interesse scientifico. Queste nebulose, infatti, non sono semplicemente il residuo di uno dei fenomeni più violenti che  avvengono nell’Universo (un’esplosione di supernova dal collasso di una stella massiva, ossia le “core-collapse supernovae”, produce un’energia pari

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Jet nelle stelle giovani. Pubblicato su A&A lo studio “Structure of X-ray emitting jets close to the launching site: from embedded to disk-bearing sources” di S. Ustamujic (Universidad Complutense de Madrid)

di Mario Giuseppe Guarcello    ( segui mguarce)     Le stelle giovani, dette di pre-sequenza principale perchè ancora in fase di contrazione gravitazionale e con un nucleo troppo freddo e poco denso per poter produrre energia tramite le reazioni termonucleari che invece avvengono nelle stelle di sequenza principale, sono oggetti caraterizzati da fenomeni interessanti. Ad esempio, alcune di esse presentano

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Caratterizzati gli esopianeti orbitanti attorno alla stella K2-3. Pubblicato su A&A lo studio: “Eyes on K2-3: A system of three likely sub-Neptunes characterized with HARPS-N and HARPS” di M. Damasso (INAF-OA Torino)

di Mario Giuseppe Guarcello    ( segui mguarce)     La ricerca di esopianeti che orbitano all’interno della fascia di abitabilità della propria stella (ossia la regione dove l’acqua può esistere su un pianeta allo stato liquido) riveste ovviamente un grande interesse. In particolare, vari progetti come MEarth (Irwin et al. 2015), APACHE (Sozzetti et al. 2013) e TRAPPIST (Gillon et al.

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Modelli magnetoidrodinamici di interazione tra resti di supernovae e nubi. Pubblicato su MNRAS “Post-adiabatic supernova remnants in an interstellar magnetic field: oblique shocks and non-uniform environment” di O. Petruk (Institute for Applied Problems in Mechanics and Mathematics – Ucraina)

di Mario Giuseppe Guarcello    ( segui mguarce)     I resti di supernova, ossia uno dei due prodotti di un’esplosione di supernova assieme all’oggetto compatto formato dal nucleo della stella esplosa, sono ritenuti i principali responsabili della produzione di raggi cosmici, che vengono accelerati fino ad energie di 3×1015 eV. L’accelerazione di raggi cosmici caratterizza tutta l’evoluzione dei resti di supernova,

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La Gaia-ESO survey e l’evoluzione degli ammassi stellari. Pubblicato su A&A “The Gaia-ESO Survey: kinematical and dynamical study of four young open clusters” di L. Bravi (INAF-OA Arcetri)

di Mario Giuseppe Guarcello    ( segui mguarce)     Le stelle della nostra Galassia si sono formate tipicamente in ammassi stellari. Cio’ nonostante, solo una piccola frazione delle stelle di sequenza principale o giganti della Via Lattea e’ associata ad ammassi stellari. Questo porta alla ovvia conclusione che tipicamente gli ammassi stellari si disperdono in 10-100 milioni di anni. Sono

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Il sito NASA/Chandra riporta lo studio OAPA/CfA sulla Nebulosa dell’Aquila e NGC6611

di Mario Giuseppe Guarcello    ( segui mguarce)     È stato pubblicato sul sito del satellite Chandra della NASA un articolo (link) interamente dedicato agli studi INAF-OAPA/CfA della regione di formazione stellare nota come Nebulosa dell’Aquila o M16, contenente l’ammasso stellare NGC 6611, realizzato con vari telescopi operativi in diverse bande dello spettro elettromagnetico, tra cui il satellite Chandra della

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Il primo studio dal progetto GIARPS dimostra la non esistenza di un gioviano caldo. Pubblicato su A&A lo studio: “Multi-band high resolution spectroscopy rules out the hot Jupiter BD+20 1790b. First data from the GIARPS Commissioning” di I. Carleo (INAF – OAPd)

di Mario Giuseppe Guarcello    ( segui mguarce)     Il gran numero di esopianeti catalogati fino ad ora sono stati scoperti principalmente tramite due tecniche: l’analisi dei transiti e delle velocità radiali. Il metodo delle velocità radiali consiste nel misurare le piccole oscillazioni della stella attorno al centro di massa comune con il proprio sistema planetario, attraverso l’analisi dello spostamento

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Gas nei dischi di polvere. Pubblicato su A&A lo studio: “The co-existence of hot and cold gas in debris discs” di I. Rebollido (Universidad Autónoma de Madrid)

di Mario Giuseppe Guarcello    ( segui mguarce)     Attorno alcune stelle di sequenza principale e’ osservato un eccesso di emissione nel lontano infrarosso rispetto ai valori attesi di emissione fotosferica. Questa emissione e’ dovuta alla presenza di dischi di polveri che orbitano attorno queste stelle. Questa ipotesi e’ stata recentemente supportata anche da immagini dirette di alcuni di questi

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