Reazioni chimiche nei grani e nei ghiacci interstellari. Pubblicato su ApJ: “Chemical Evolution of Interstellar Methanol Ice Analogs upon Ultraviolet Irradiation: The Role of the Substrate” di A. Ciaravella (INAF – OAPA)

di Mario Giuseppe Guarcello    ( segui mguarce)     La polvere interstellare e circumstellare svolge un ruolo importante in diversi processi astrofisici. Ad esempio, nei dischi protoplanetari: strutture che caratterizzano le stelle nella fase di pre-sequenza principale, tipicamente nei primi 10 milioni di anni di evoluzione, che sono il luogo della formazione planetaria. Infatti, anche se la massa dei dischi

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Gaia ESO Survey e Gaia Data Release 1 insieme per stimare le età delle stelle. Pubblicato su A&A “The Gaia-ESO Survey: open clusters in Gaia-DR1. A way forward to stellar age calibration” di S. Randich (INAF-Firenze)

di Mario Giuseppe Guarcello    ( segui mguarce)     Gli ammassi stellari sono dei preziosi laboratori per lo studio, sia teorico che osservativo, dell’evoluzione delle stelle. Infatti, ogni ammasso costituisce un campione di stelle, talvolta anche piuttosto ricco arrivando a contare migliaia di membri, con un’età ben precisa ed uno spettro di massa ampio. Sfortunatamente, però, determinare l’età di un

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Uno studio spettroscopico tenta di mettere luce sul meccanismo di formazione dei pianeti gioviani caldi: pubblicato su A&A “Chemical fingerprints of hot Jupiter planet formation” di J. Maldonado (INAF-OAPA)

di Mario Giuseppe Guarcello    ( segui mguarce)     La scoperta degli esopianeti giovani caldi (ossia pianeti giganti gassosi con periodi di rotazione minori di 10 giorni) ha sconvolto la nostra idea sulla formazione planetaria. Simili pianeti, infatti, sono assenti nel Sistema Solare e richiedono dei meccanismi di formazione che non erano stati ipotizzati fino a quel momento.   Le

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Pubblicato su AJ lo studio: “An Accurate Mass Determination for Kepler-1655b, a Moderately Irradiated World with a Significant Volatile Envelope” di R. D. Haywood in collaborazione con OAPA

di Mario Giuseppe Guarcello    ( segui mguarce)     Il Sistema Solare è particolarmente ordinato, con i pianeti rocciosi con un raggio minore di un raggio terrestre (R⊕) situati nella regione interna prossima al Sole, ben lontani dai pianeti gassosi con un raggio maggiore di 3.9 R⊕. Negli ultimi anni, però, lo studio degli esopianeti ci ha mostrato come i

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Emissione di raggi X non termici dall’impatto di un resto di supernova e una nube moleculare; lo studio “Detection of X-ray flares from AX J 1714.1-3912, the unidentified source near RX J1713.7-3946” di M. Miceli pubblicato su A&A

di Mario Giuseppe Guarcello    ( segui mguarce)     Un’esplosione di supernova lascia due residui che possono essere osservati ed analizzati: mentre il nucleo della stella progenitrice si contrae fino a formare un oggetto compatto, la sua atmosfera viene proiettata nello spazio circostante formando un resto di supernova in rapida espansione. Quando interagiscono con con il mezzo circostante, i resti

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Accretion funnels connecting the young stars in Orion and their protoplanetary disks. The study “X-Ray Flare Oscillations Track Plasma Sloshing along Star-disk Magnetic Tubes in the Orion Star-forming Region” of F. Reale published on ApJ

di Mario Giuseppe Guarcello    ( segui mguarce)     A recent study by a team of researchers of INAF-Astronomical Observatory of Palermo, the University of Palermo, and the University of Madrid, recently published on the Astrophysical Journal, shows that  enormous flares in the young stars in Orion are due to large magnetic loops connecting the stars and their protoplanetary disks,

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La missione ARIEL selezionata come prossima missione di classe media dallo Space Programme Committee dell’Agenzia Spaziale Europea

di Mario Giuseppe Guarcello    ( segui mguarce)     Negli ultimi anni la famiglia di stelle con sistemi esoplanetari è cresciuta vertiginosamente grazie a missioni come Kepler, CoRoT, e strumenti come HARPS-N al Telescopio Nazionale Galileo, dedicati all’identificazione di esopianeti tramite il metodo dei transiti e delle velocità radiali. Questi studi hanno rivoluzionato la nostra conoscenza sugli esopianeti, hanno permesso

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Una nana bianca con una variabilità peculiare. Pubblicato su RNAAS lo studio: “Discovery of a magnetic white dwarf with unusual short-period variability” di A. Scholz (University of St. Andrews)

di Mario Giuseppe Guarcello    ( segui mguarce)     Lo studio della variabilità di stelle ed oggetti compatti può essere una diagnostica efficace per comprendere la loro struttura fisica. Ad esempio, proprietà come la presenza di regioni magneticamente attive sulla superficie delle stelle, pulsazioni, presenza di compagne non risolte, materiale circumstellare disomogeneo e variabile, sono proprietà che non possono essere

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Attività stellare soppressa dalla presenza di un esopianeta vicino la stella. Pubblicato su AJ “Suppressed Far-UV Stellar Activity and Low Planetary Mass Loss in the WASP-18 System” di L. Fossati (Space Research Institute – Austria)

di Mario Giuseppe Guarcello    ( segui mguarce)     Con il termine “attività stellare” si intende una classe di fenomeni di natura magnetica nelle stelle, quali brillamenti e macchie. Esistono varie diagnostiche che permettono di misurare l’intensità dell’attività stellare, quali l’emissione di raggi X dalla corona o indici spettroscopici come l’indice R’HK che misura l’intensità di attività cromosferica. L’importanza di

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Osservata per la prima volta emissione ai raggi X associata ad una regione attiva in una stella B. Pubblicato su A&A lo studio: “Detection of magnetic field in the B2 star ρ Ophiuchi A with ESO FORS2” di I. Pillitteri (INAF-OAPA)

di Mario Giuseppe Guarcello    ( segui mguarce)     Lo studio dell’emissione di raggi X dalle stelle offre molte diagnostiche di fenomeni stellari ad alta energia. Nelle stelle massive (di classe spettrale O le B più calde) raggi X “soffici” (con energia generalmente minore di 1keV, corrispondente a temperature minori di 10 milioni di gradi) sono emessi in shock nei

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