Nuovo studio sulla termalizzazione dei filtri ultrasottili dello strumento X-IFU guidato da N. Montinaro (INAF – OAPA)

Per studiare i fenomeni più energetici che avvengono nell’Universo sono necessarie osservazioni ai raggi X, che devono necessariamente essere effettuate con satelliti in orbita a cause dell’assorbimento dell’atmosfera terrestre. Negli ultimi trent’anni, l’astrofisica ai raggi X è stata dominata da due satelliti: Chandra della NASA e XMM/Newton dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA). Il futuro di questa branca dell’astrofisica, invece, avrà il

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Frammenti estremamente veloci ed emissione di raggi X nel resto di supernova SN1006. L’articolo: “Indication of a fast ejecta fragment in the atomic cloud interacting with the southwestern limb of SN 1006” di R. Giuffrida (UNIPA/INAF) pubblicato su A&A

I resti di supernova, ovvero le nebulose in rapida espansione create dalle esplosioni di supernova, possono costituire intense sorgenti di radiazioni ad alta energia, in particolare raggi X. Tale radiazione può manifestarsi in due forme: termica e non termica. La radiazione termica deriva da materiale denso ed è strettamente correlata alla temperatura del materiale. Per emettere radiazione termica ai raggi

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Interazioni tra stella e pianeta: difficili ma non impossibili. L’articolo: “The enigmatic dance of the HD 189733A system: a quest for accretion” di S. Colombo (INAF-OAPA) pubblicato su A&A

La categoria dei Gioviani Caldi rappresenta una classe di pianeti di notevole interesse, assente nel Sistema Solare. Si tratta di giganti gassosi che orbitano a distanze così ravvicinate dalla propria stella da completare un’orbita in meno di dieci giorni. A causa della loro vicinanza alla stella, questi pianeti sono estremamente caldi, con temperature che superano i 1500 K, tanto da

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Diversi regimi di accelerazione di particelle in un resto di supernova. Lo studio: “A Spatially Resolved Study of Hard X-Ray Emission in Kepler’s Supernova Remnant: Indications of Different Regimes of Particle Acceleration” di V. Sapienza (UNIPA/OAPA) pubblicato su ApJ

I raggi cosmici sono particelle cariche ad alta ed altissima energia, che costantemente “piovono” sul nostro pianeta. Tra gli ambienti astrofisici considerati responsabili dell’accelerazione di raggi cosmici, figurano principalmente i resti di supernova. Questi oggetti sono nebulose in rapida espansione, generate dalle esplosioni di stelle di grande massa. Nei resti di supernova, l’accelerazione delle particelle sembra avvenire lungo l’onda d’urto

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Due intensi brillamenti osservati in Ds Tucanae A ed il loro impatto sul pianeta vicino alla stella. L’articolo: “X-ray flares of the young planet host Ds Tucanae A” di I. Pillitteri recentemente pubblicato su A&A

I brillamenti sono i fenomeni magnetici più energetici che possiamo osservare nelle stelle. Essi scaturiscono da una serie di fenomeni innescati da un repentino rilascio di energia da parte del campo magnetico stellare, e culminano con la creazione di arcate magnetiche riempite di plasma a milioni di gradi, brillante ai raggi X. Queste strutture magnetiche possono talvolta rilasciare grandi quantità

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Un capitolo di M. Barbera, U. Lo Cicero e L. Sciortino (INAF-OAPA) sui filtri per telescopi sensibili ai raggi X pubblicato nel libro: “Handbook of X-ray and gamma ray astrophysics”

L’astronomia ai raggi X esplora l’Universo alle alte energie. I raggi X infatti sono fotoni ad altissima energia, che vengono emessi da gas estremamente caldi (con temperature di milioni di gradi) o da processi che coinvolgono particelle con energie relativistiche. Alcune sorgenti astronomiche di raggi X sono i buchi neri con fenomeni di accrescimento, come ad esempio i buchi neri

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Cefeidi ed emissione di raggi X. L’articolo “X-rays in Cepheids: XMM-Newton Observations of η Aql” di N. R. Evans (SAO-CfA) pubblicato su AJ

Le cefeidi sono stelle di grande importanza, in quanto permettono di determinare la distanza delle galassie entro poche centinaia di milioni di anni luce da noi. Questo avviene grazie alle pulsazioni che caratterizzano queste stelle giganti, che stanno attraversando una fase instabile della loro evoluzione. Le pulsazioni fanno cambiare la loro luminosità con una periodicità che dipende dalla luminosità intrinseca

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Un nuovo metodo diagnostico per identificare ejecta ricchi di metalli nei resti di supernova. Lo studio: “Unveiling pure-metal ejecta X-ray emission in supernova remnants through their radiative recombination continuum” di E. Greco (UNIPA/INAF-OAPA/API) pubblicato su A&A

I resti di supernova sono nebulose in rapida espansione formate dalle esplosioni di supernova. Queste nebulose sono composte dal mezzo interstellare che viene investito e riscaldato dall’onda d’urto prodotta dall’esplosione, e dagli addensamenti di materiale stellare espulsi quando la stella è esplosa, chiamati ejecta. Gli ejecta sono localizzati dietro l’onda d’urto, viaggiando a velocità minori, e spesso vengono riscaldati dall’onda d’urto inversa:

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Simulazioni MHD dell’emissione radio da un arco magnetico in una T Tauri. L’articolo: “Predicting the time variation of radio emission from MHD simulations of a flaring T-Tauri star” di Waterfall C. O. G. (Jodrell Bank Centre for Astrophysics) pubblicato su MNRAS

Le T Tauri sono stelle giovani (tipicamente più giovani di 5 milioni di anni), di piccola massa, circondate da un disco di polveri e gas chiamato disco protoplanetario. Il disco non raggiunge la superficie della stella attorno cui orbita: le polveri sublimano in prossimità della stella per le alte temperature raggiunte dal disco interno (oltre i 1500 gradi), mentre il disco di

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Scoperto un ciclo di attività coronale in una stella di 400 milioni di anni. L’articolo: “An X-ray activity cycle on the young solar-like star ɛ Eridani” di M. Coffaro (Eberhard-Karls Universität Tübingen) pubblicato su A&A

L’intensità dell’attività magnetica del Sole e di tutti i fenomeni ad essa connessi (come le macchie solari ed i brillamenti) si manifesta con un ciclo dal periodo medio di 11 anni. Per comprendere se tale ciclicità sia comune anche nelle altre stelle, dal 1966 l’Osservatorio di Monte Wilson in California porta avanti un progetto di monitoraggio dell’attività stellare attraverso osservazioni spettroscopiche

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