Nuovo studio sulla termalizzazione dei filtri ultrasottili dello strumento X-IFU guidato da N. Montinaro (INAF – OAPA)

Per studiare i fenomeni più energetici che avvengono nell’Universo sono necessarie osservazioni ai raggi X, che devono necessariamente essere effettuate con satelliti in orbita a cause dell’assorbimento dell’atmosfera terrestre. Negli ultimi trent’anni, l’astrofisica ai raggi X è stata dominata da due satelliti: Chandra della NASA e XMM/Newton dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA). Il futuro di questa branca dell’astrofisica, invece, avrà il

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Un capitolo di M. Barbera, U. Lo Cicero e L. Sciortino (INAF-OAPA) sui filtri per telescopi sensibili ai raggi X pubblicato nel libro: “Handbook of X-ray and gamma ray astrophysics”

L’astronomia ai raggi X esplora l’Universo alle alte energie. I raggi X infatti sono fotoni ad altissima energia, che vengono emessi da gas estremamente caldi (con temperature di milioni di gradi) o da processi che coinvolgono particelle con energie relativistiche. Alcune sorgenti astronomiche di raggi X sono i buchi neri con fenomeni di accrescimento, come ad esempio i buchi neri

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Un test per le prestazioni di X-IFU. Pubblicato su SPIE: “Testing the X-IFU calibration requirements: an example for quantum efficiency and energy resolution” di E. Cucchetti (IRAP, CNRS, Universite’ de Toulouse)

di Mario Giuseppe Guarcello    ( segui mguarce)   Negli ultimi dieci anni l’universo a raggi X e’ stato esplorato principalmente dai due satelliti Chandra della NASA e XMM-Newton dell’ESA. Nonostante i due satelliti stiano ancora operando in maniera più che soddisfacente, la comunità scientifica sta gia’ progettando le future missioni per osservazioni ai raggi X. In Europa, il futuro in

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