Il primo studio dal progetto GIARPS dimostra la non esistenza di un gioviano caldo. Pubblicato su A&A lo studio: “Multi-band high resolution spectroscopy rules out the hot Jupiter BD+20 1790b. First data from the GIARPS Commissioning” di I. Carleo (INAF – OAPd)

di Mario Giuseppe Guarcello    ( segui mguarce)

 

 

Il gran numero di esopianeti catalogati fino ad ora sono stati scoperti principalmente tramite due tecniche: l’analisi dei transiti e delle velocità radiali. Il metodo delle velocità radiali consiste nel misurare le piccole oscillazioni della stella attorno al centro di massa comune con il proprio sistema planetario, attraverso l’analisi dello spostamento Doppler osservabile in spettri ad altissima risoluzione. Il problema principale di questa tecnica e’ che un segnale simile a quello prodotto da queste oscillazioni può essere indotto anche dall’attività magnetica delle stelle, in particolare dalla presenza di macchie fotosferiche e regioni attive in cromosfera.

 

Puo’ quindi accadere che la presenza di un esopianeta attorno una stella non possa venire confermata se non si riesce ad essere certi che il segnale osservato non sia dovuto all’attivita’ stellare. Il modo più’ efficace per distinguere gli effetti dell’attività stellare da quelli dovuti alla presenza di un esopianeta consiste nell’analisi contemporanea delle velocità radiali da spettri ottici ed infrarossi. Il segnale dovuto all’attività stellare, infatti,  e’ molto più debole in infrarosso di quello osservabile in ottico. Questa e’ la strategia adottata dal progetto GIARPS, che combina osservazioni simultanee in ottica ed infrarosso ottenute con gli spettrografi ad alta risoluzione GIANO-B e HARPS-N montati sul Telescopio Nazionale Galileo.

 

Nel primo studio prodotto dal progetto GIARPS, “Multi-band high resolution spectroscopy rules out the hot Jupiter BD+20 1790b. First data from the GIARPS Commissioning” di I. Carleo (Universita’ degli Studi di Padova e INAF – Osservatorio Astronomico di Padova), recentemente pubblicato su Astronomy & Astrophysics con la collaborazione degli astronomi G. Micela, E. Gonzalez-Alvarez e J. Maldonado dell’INAF – Osservatorio Astronomico di Palermo, la presenza di un esopianeta della classe dei giovani caldi attorno la stella V429 Gem (BD+20 1790) di classe spettrale K5Ve e’ esclusa sulla base dell’analisi delle velocità’ radiali in ottico ed infrarosso. Gli autori hanno infatti misurato un segnale dall’ampiezza di circa 1900 m/sec in ottico e 440 m/sec in infrarosso, una differenza tra ottico ed infrarosso tipico di un segnale prodotto dall’attività stellare, che in questa stella e’ nota essere particolarmente intensa.

 

La figura (link) mostra la curva di luce di V429 Gem osservata in diverse bande.