Stelle giovani in ambienti massicci. Pubblicati i risultati della “Chandra Cygnus OB2 Legacy Survey”

Nella Via Lattea oggi, la formazione stellare avviene tipicamente in ambienti stellari di piccola massa. Infatti, gli ammassi stellari giovani (ossia con meno di 10 milioni di anni) che conosciamo nella Via Lattea, che si formano dal collasso e dalla frammentazione delle nebulose, hanno tipicamente una massa di alcune centinaia di volte quella del Sole. Tuttavia, esistono anche regioni di

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Due cicli, due progetti. Gli astronomi di INAF-OAPA esplorano la formazione stellare in ambienti estremi grazie a JWST

La formazione di stelle e pianeti rappresenta il risultato di un complesso processo fisico in cui diversi fattori e protagonisti entrano in gioco: la nube che collassa a causa della sua stessa gravità, le turbolenze e gli effetti magnetici presenti al suo interno, l’evoluzione degli ammassi stellari formati all’interno di tali nubi, le interazioni tra le giovani stelle in questi

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Morfologia, dinamica e formazione stellare nella Nebulosa Cono. Lo studio: “Spatial and dynamical structure of the NGC 2264 star-forming region” di E. Flaccomio (INAF – OAPA) pubblicato su A&A

Ci sono diverse questioni ancora aperte riguardo al processo di formazione stellare. Ad esempio, sappiamo che le stelle si formano dalla contrazione gravitazionale di nubi di gas e polveri, chiamate nubi molecolari poiché principalmente composte da molecole di idrogeno molecolare, e che il processo di formazione stellare avviene principalmente in lunghi filamenti, osservati, ad esempio, dal satellite Herschel. Tuttavia, non

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Identificate le stelle giovani entro 4500 anni luce di distanza dal Sole. Lo studio: “Low mass young stars in the Milky Way unveiled by DBSCAN and Gaia EDR3. Mapping the star forming regions within 1.5 Kpc” di L. Prisinzano (INAF – OAPA) pubblicato su A&A

Dopo essersi formate, per alcuni milioni di anni (quanti? dipende dalla massa: maggiore è la massa di una stella, più rapida è la sua evoluzione) le stelle continuano a contrarsi sotto l’effetto della gravità, aumentando la loro temperatura e densità. Durante questa fase, nel loro nucleo ancora non si sono innescate le reazioni termonucleari che alimenteranno queste stelle durante il

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Le esplosioni di supernova possono indurre nuovi processi di formazione stellare. L’articolo: “Negative and positive feedback from a supernova remnant with SHREC: a detailed study of the shocked gas in IC443” di G. Cosentino (Chalmers University of Technology) pubblicato su MNRAS

Una supernova è l’evento conclusivo dell’evoluzione di una stella di grande massa. Queste spettacolari esplosioni sono tra i fenomeni più energetici che possiamo osservare nell’Universo, ed hanno un forte impatto sull’ambiente circostante. In particolare, durante la loro espansione, i resti di supernova (ossia le nebulose in espansione prodotte dalle esplosioni di supernova) possono impattare su nebulose circostanti, influenzandone il processo di

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Completate le osservazioni Chandra/ACIS-I dell’ammasso stellare Westerlund-1 per il progetto Extended Westerlund One Chandra Survey (EWOCS)

Durante il processo di formazione stellare, la quantità di gas che viene convertito in stelle dipende del tasso di formazione stellare. Ad esempio, nella Via Lattea ogni anno vengono convertite in media da 0.7 a 1.5 masse solari di gas in stelle. Questo valore è ovviamente una media su tutta la Galassia, ma localmente possono verificarsi episodi di formazione stellare

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Tra i programmi scientifici accettati per il primo ciclo di osservazioni di JWST anche il programma “Testing protoplanetary disk evolution and brown dwarf formation in starburst: NIRCAM and MIRI observations of the young cluster Westerlund 1” di M. G. Guarcello (INAF – OAPA)

Il James Webb Space Telescope (JWST) sarà il telescopio più complesso e potente mai lanciato in orbita. Frutto di una collaborazione tra NASA, ESA, e l’agenzia spaziale canadese CSA, grazie al suo specchio primario di 6.5 metri (per confronto, lo specchio dell’Hubble Space Telescope ha un diametro di 2.5 metri) ed ai quattro strumenti di cui sarà dotato, JWST opererà

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Accrescimento e dispersione dei dischi protoplanetari. Pubblicato su A&A lo studio: “X-shooter spectroscopy of young stars with disks. The TW Hydrae association as a probe of the final stages of disk accretion” di L. Venuti (Eberhard Karls Universität/Cornell University/NASA)

Alla sola distanza di 160 anni luce circa, l’associazione stellare di TW Hydrae è un riferimento importante per lo studio delle stelle di pre-sequenza e l’evoluzione dei dischi protoplanetari. Le stelle di pre-sequenza sono stelle giovani (pochi milioni di anni di età), ancora in fase di contrazione gravitazionale e non alimentate da reazioni termonucleari. Molte di loro sono circondate da

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La cronologia della formazione stellare nella Lagoon Nebula. Pubblicato su A&A lo studio: “The Gaia-ESO Survey: Age spread in the star forming region NGC 6530 from the HR diagram and gravity indicators” di L. Prisinzano (INAF-OAPA)

Le stelle si formano dalla contrazione gravitazionale di enormi nubi di gas. Questo processo può avvenire in due modi diversi: la contrazione può infatti essere rapida, con tempi caratteristici dettati dalla velocità con cui il gas “precipita” verso le protostelle in formazione, o può essere più lento e sostenuto da turbolenze e dal campo magnetico locale. Nel primo caso, le

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Formation and evolution of the Sco OB2 association. The study: “Stellar population of Sco OB2 revealed by Gaia DR2 data” of F. Damiani (INAF-OAPA) recently appeared on A&A

OB associations have a rich population of massive stars (O and B stars), which are young and typically dispersed over large regions of the sky. While these massive stars can be easily recognized thanks to their intense luminosity, it is very hard to select the low mass stars belonging to OB associations. This because without evident stellar concentrations, these stars

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