Formazione ed evoluzione del complesso sistema planetario di V1298 Tau, descritti nell’articolo: “The GAPS programme at TNG. XLVIII. The unusual formation history of V1298 Tau” di D. Turrini (INAF – OATo)

Lo studio degli esopianeti in orbita attorno a stelle giovani, ossia con poche decine di milioni di anni, offre un’importante opportunità per comprendere le prime fasi dei processi evolutivi che plasmano l’architettura dei sistemi planetari. Tuttavia, tali osservazioni sono complicate dalla rarità delle stelle giovani rispetto a quelle più evolute, dal loro ambiente circostante, e dall’intensa attività magnetica di queste

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Un sistema planetario ricco e complesso per la stella TOI-4010. L’articolo: “TOI-4010: A System of Three Large Short-period Planets with a Massive Long-period Companion” di M. Kunimoto (MIT) pubblicato su AJ)

Fino ad oggi (novembre 2023), abbiamo confermato la presenza di 5539 esopianeti in 4128 sistemi esoplanetari. Ciò implica che, nella maggior parte dei casi, è stato individuato un solo pianeta per ogni sistema esoplanetario. Questa situazione è principalmente una conseguenza delle attuali limitazioni tecnologiche e scientifiche, che rendono difficile rilevare pianeti di piccola massa a distanze di alcune unità astronomiche

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Un pianeta ed una nana bruna per TOI-179. L’articolo: “TOI-179: A young system with a transiting compact Neptune-mass planet and a low-mass companion in outer orbit” di S. Desidera (INAF – OAPd) pubblicato su A&A

La posizione in cui osserviamo i pianeti orbitare attorno alle loro stelle non è praticamente mai quella in cui i pianeti si sono formati. Durante le loro prime fasi evolutive, infatti, i pianeti migrano dalla loro orbita iniziale, finché il sistema non raggiunge la configurazione di equilibrio nella sua architettura finale. Questa migrazione può essere indotta da vari processi: l’interazione

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Un sistema binario in via di sincronizzazione. Lo studio: “The GAPS programme at TNG. XLIII. A massive brown dwarf orbiting the active M dwarf TOI-5375” di J. Maldonado (INAF – OAPA) pubblicato su A&A

Esiste un limite inferiore per la massa di una stella: negli oggetti con una massa inferiore a 0.07-0.08 masse solari, infatti, non è possibile avviare le reazioni termonucleari che alimentano le stelle di massa maggiore. Al di sotto di questa soglia, si entra nel dominio delle “nane brune“, oggetti con una massa troppo piccola per essere considerati stelle, ma allo

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Un super-brillamento osservato nella stella AD Leo. Lo studio: “The Great Flare of 2021 November 19 on AD Leo. Simultaneous XMM-Newton and TESS observations” di B. Stelzer (Eberhard-Karls-Universität Tübingen) pubblicato su A&A

I brillamenti sono fenomeni transitori ed ad alta energia che caratterizzano la maggior parte delle stelle, e che nel Sole possiamo studiare con grande dettaglio spaziale e temporale. Questi fenomeni seguono un violento rilascio di energia immagazzinata nel campo magnetico della stella che, a seguito di una serie di fenomeni, portano ad un violento riscaldamento del plasma stellare. Questo, espandendosi

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Attività stellare ed età. L’articolo: “The GAPS programme at TNG XXXIV. Activity-rotation, flux–flux relationships, and active-region evolution through stellar age” di J. Maldonado (INAF-OAPA) recentemente pubblicato su A&A

Quasi tutte le stelle generano un campo magnetico al loro interno tramite un processo di dinamo, in cui sono coinvolti la rotazione della stella ed i moti convettivi del plasma al suo interno. In generale, i campi magnetici agiscono e sono influenzati da particelle cariche elettricamente, cosa di cui è composto il plasma nelle stelle. Di conseguenza, nelle stelle campo

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Brillamenti e variabilità in DS Tucanae A e AU Mic. Lo studio: “Short-term variability of DS Tucanae A observed with TESS” di S. Colombo (INAF – OAPA) pubblicato su A&A

La luminosità delle stelle non è costante nel tempo, ma varia con tempi scala che vanno dai minuti agli anni, in funzione dei fenomeni che inducono tale variabilità. Molti di questi fenomeni sono di origine magnetica, ossia prodotti dall’interazione tra campo magnetico e plasma nelle stelle. Alcuni esempi più importanti, osservati e studiati in dettaglio sul Sole, sono i brillamenti

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Composizione di un pianeta sub-Nettuniano ottenuta con ESPRESSO e TESS. L’articolo: “A sub-Neptune and a non-transiting Neptune-mass companion unveiled by ESPRESSO around the bright late-F dwarf HD 5278 (TOI-130)” di A. Sozzetti (INAF-OATo) pubblicato su A&A

Il satellite Transiting Exoplanet Survey Satellite (TESS) della NASA è uno dei telescopi più importanti per la ricerca degli esopianeti. TESS è progettato per scoprire esopianeti utilizzando il metodo dei transiti: ossia identificando le stelle caratterizzate da periodiche occultazioni da parte dei loro pianeti, chiamate appunto transiti. Ad oggi, circa il 27% degli esopianeti scoperti grazie ad osservazioni di TESS rientra nella classe dei

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Due Nettuniani caldi per una stella giovane. L’articolo: “The GAPS Programme at TNG XXVIII. A pair of hot-Neptunes orbiting the young star TOI-942” di I. Carleo (Wesleyan University/INAF-OAPd) pubblicato su A&A)

I sistemi esoplanetari scoperti fino ad oggi (3212 sistemi per un totale di 4331 esopianeti confermati, dato aggiornato al 26 Gennaio 2021, fonte: https://exoplanets.nasa.gov/) presentano architetture talvolta molto diverse da quella del Sistema Solare. Questa varietà di sistemi esoplanetari costituisce una sfida per la comprensione dei fenomeni di formazione planetaria e delle interazioni tra i pianeti e l’ambiente circostante, che

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TESS osserva un esopianeta attorno una stella di 40 milioni di anni. Pubblicato su A&A lo studio: “A possibly inflated planet around the bright young star DS Tucanae A” di S. Benatti (INAF-OAPA/INAF-Padova)

L’architettura finale di un sistema esoplanetario è il risultato di una combinazione di processi complicati, quali la dispersione del disco protoplanetario da cui si è formato il sistema planetario e l’interazione gravitazionale tra gli esopianeti. Questi processi possono anche essere fortemente influenzati dall’ambiente esterno e dalla stella centrale. Uno dei processi più importanti in tal senso è la migrazione dei pianeti dall’orbita

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