Pianeti gassosi e metallicità stellare. Pubblicato su A&A lo studio “The GAPS Programme with HARPS-N at TNG XVIII. Two new giant planets around the metal-poor stars HD 220197 and HD 233832” di D. Barbato (UNITO/INAF-OATO)

Uno dei prodotti del processo di formazione stellare consiste in dischi di polveri e gas che orbitano attorno alle stelle giovani durante le prime fasi della loro esistenza, venendo infatti dispersi da vari meccanismi in meno di 10 milioni di anni. Questi dischi sono chiamati “dischi protoplanetari”, poichè sono le strutture da cui si formano i sistemi planetari. Il processo

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Shock e riscaldamento degli ioni in ambienti astrofisici. Pubblicato su Nature Astronomy lo studio “Collisionless shock heating of heavy ions in SN 1987A” di M. Miceli (UNIPA/OAPA)

Gli shock sono onde d’urto che viaggiano a velocità supersonica e sono molto importanti in astrofisica perché vengono osservati su diverse scale spaziali ed in diversi contesti, dal nostro “piccolo” sistema solare, fino a scale extragalattiche e cosmologiche. Gli shock astrofisici differiscono da quelli osservabili sulla Terra perché si manifestano in condizioni estreme, non riproducibili sul nostro pianeta.  Mentre nell’atmosfera

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Due dei progetti scientifici per LSST sono guidati da astronomi INAF – OAPA

LSST (Large Synoptic Survey Telescope) è il l futuro dell’astronomia nel dominio temporale. LSST è un telescopio di nuova generazione in fase di costruzione su Cerro Pachon (Cile), a 2700 metri di altezza. Sarà dotato di uno specchio primario di 8.4 metri di diametro ed una camera innovativa capace di osservare un campo di vista enorme, pari a 49 volte

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L’astronomia perde una delle sue menti più brillanti. Morto il premio Nobel Riccardo Giacconi

Domenica 9 Dicembre, all’età di 87 anni, è morto Riccardo Giacconi. Nato a Genova nel 1931 e premio Nobel per la Fisica nel 2002, Riccardo Giacconi è stato uno dei fondatori dell’astronomia ai raggi X. Padre del telescopio per osservazioni ai raggi X Einstein, ha poi avuto un forte coinvolgimento in altre importanti missioni quali Chandra, Hubble Space Telescope, il

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Brillamenti in stelle giovani osservati in multi-banda. Pubblicato su A&A: “A multi-wavelength view of magnetic flaring from PMS stars” di E. Flaccomio (Inaf – OAPA)

I brillamenti stellari sono una delle manifestazioni (la più energetica insieme alle espulsioni di massa coronali) dell’attività magnetica delle stelle. Molte stelle, ed in modo particolare quelle di piccola massa, producono un loro campo magnetico che, interagendo con il plasma della stella, da vita a fenomeni come le macchie fotosferiche, faculae, protuberanze, oltre ai già citati brillamenti stellari ed espulsioni

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Radiation and abundances of organic compounds in planets-forming disks. The study: “X-Ray Photo-desorption of H2O:CO:NH3 Circumstellar Ice Analogs: Gas-phase Enrichment” of A. Jiménez-Escobar (Inaf-OAPA) published in ApJ

From the large number of exoplanets discovered by missions such as Kepler and CoRoT, it is clear that the presence of planets is a common feature in stars of our Galaxy. In particular, it has been estimated that on average each low mass star has one planet. Planets formation is thus an ubiquitous phenomenon across the Milky Way. It is

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Attività coronale e luminosità ai raggi X delle stelle di Cygnus OB2

Le associazioni stellari OB sono oggetti di grande interesse scientifico. Contengono infatti una ricca popolazione stellare giovane tra cui stelle di classe spettrale O e B, con una massa maggiore di 7 volte quella solare. Pur essendo rare se paragonate alle stelle di piccola massa, queste stelle sono estremamente importanti per la loro influenza sull’ambiente circostante, la nebulosa da cui

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Il Cigno ai raggi X. Accettato per la pubblicazione l’articolo: “X-ray spectral characterization of the young Cygnus OB2 population” di E. Flaccomio (INAF-OAPA)

Le associazioni stellari OB sono oggetti di grande interesse scientifico. Contengono infatti una ricca popolazione stellare giovane tra cui stelle di classe spettrale O e B, con una massa maggiore di 7 volte quella solare. Pur essendo rare se paragonate alle stelle di piccola massa, queste stelle sono estremamente importanti per la loro influenza sull’ambiente circostante, la nebulosa da cui

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L’intelligenza artificiale al servizio dell’astrofisica. Pubblicato su AJ “ExoGAN: Retrieving Exoplanetary Atmospheres Using Deep Convolutional Generative Adversarial Networks” di T. Zingales (UCL, INAF – OAPA)

In questi anni lo studio degli esopianeti è evoluto dall’identificazione delle stelle con sistemi esoplanetari attraverso il metodo dei transiti e delle velocità radiali (metodi che permettono anche una prima determinazione delle loro proprietà fisiche quali massa, dimensioni e densità), alla caratterizzazione delle loro atmosfere grazie a strumenti disponibili oggi come WFC3 a bordo dell’Hubble Space Telescope. Durante i transiti,

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Pubblicato su ApJ “Investigating the Structure of Vela X” di P. Slane (CfA) sulla struttura del resto di supernova della Vela

Le esplosioni di supernova, gli eventi più violenti dell’Universo, producono una nebulosa in rapida espansione che eventualmente interagisce con il mezzo interstellare circostante (chiamate “resti di supernova”) ed un oggetto compatto formatosi dalla contrazione del nucleo della stella progenitrice. Data la sua vicinanza dal Sole (“appena” 945 anni luce circa), uno dei resti di supernova più studiati e’ quello della

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