Tre super-Terre per una stella. Pubblicato su MNRAS lo studio “Masses and radii for the three super-Earths orbiting GJ 9827, and implications for the composition of small exoplanets” di K. Rice (University of Edinburgh)

Le super-Terre sono pianeti con un raggio compreso tra quello terrestre e quello nettuniano (circa 4 volte quello della Terra) ed un periodo di rotazione minore di 100 giorni. Sebbene questa tipologia di pianeti non sia presente nel Sistema Solare, essa appare essere comune nella Galassia. Le spuer-Terre sono interessante anche perchè popolano una gap nella distribuzione di raggi degli

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L’intelligenza artificiale al servizio dell’astrofisica. Pubblicato su AJ “ExoGAN: Retrieving Exoplanetary Atmospheres Using Deep Convolutional Generative Adversarial Networks” di T. Zingales (UCL, INAF – OAPA)

In questi anni lo studio degli esopianeti è evoluto dall’identificazione delle stelle con sistemi esoplanetari attraverso il metodo dei transiti e delle velocità radiali (metodi che permettono anche una prima determinazione delle loro proprietà fisiche quali massa, dimensioni e densità), alla caratterizzazione delle loro atmosfere grazie a strumenti disponibili oggi come WFC3 a bordo dell’Hubble Space Telescope. Durante i transiti,

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Pianeti in sistemi binari. Pubblicato su A&A lo studio: “The HADES RV Programme with HARPS-N@TNG VIII. Gl15A: A multiple wide planetary system sculpted by binary interaction” di M. Pinamonti (INAF-OATo)

Nella nostra Galassia, una frazione piuttosto alta di stelle fa parte di sistemi binari. Ad esempio, lo studio di Duquennoy & Mayor del 1991 indica una frazione del 57% di stelle di tipo solare in sistemi binari, mentre una frazione leggermente minore è attesa per le stelle di massa più piccola. Molti sistemi binari composti da stelle di pre-sequenza sono

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Un pianeta sub-nettuniano scoperto attorno una stella G9. Pubblicato su MNRAS: “K2-263 b: a 50 d period sub-Neptune with a mass measurement using HARPS-N” di A. Mortier (University of St. Andrews)

La ricerca degli esopianeti e’ condotta usando principalmente due tecniche: lo studio dei transiti e l’analisi delle velocità radiali. Con la prima tecnica la presenza di un esopianeta e’ rilevata da piccole e periodiche variazioni di luce di una stella con pianeti durante il transito dei pianeti di fronte al disco della stella, producendo quindi delle piccole eclissi. Con la

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Il primo studio dal progetto GIARPS dimostra la non esistenza di un gioviano caldo. Pubblicato su A&A lo studio: “Multi-band high resolution spectroscopy rules out the hot Jupiter BD+20 1790b. First data from the GIARPS Commissioning” di I. Carleo (INAF – OAPd)

di Mario Giuseppe Guarcello    ( segui mguarce)     Il gran numero di esopianeti catalogati fino ad ora sono stati scoperti principalmente tramite due tecniche: l’analisi dei transiti e delle velocità radiali. Il metodo delle velocità radiali consiste nel misurare le piccole oscillazioni della stella attorno al centro di massa comune con il proprio sistema planetario, attraverso l’analisi dello spostamento

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Presentata una stima accurata dell’inclinazione orbitale di 5 esopianeti. Pubblicato su A&AS lo studio “The GAPS programme with HARPS-N at TNG XVI. Measurement of the Rossiter–McLaughlin effect of transiting planetary systems HAT-P-3, HAT-P-12, HAT-P-22, WASP-39, and WASP-60” di L. Mancini (Università di Roma Tor Vergata)

di Mario Giuseppe Guarcello    ( segui mguarce)     La scoperta degli esopianeti gioviani caldi (pianeti di dimensioni gioviane in orbite molto strette attorno alla propria stella) ha rivoluzionato le teorie sul processo di formazione planetaria. E’ ancora argomento di dibattito se questi pianeti si siano formati nelle orbite attuali o a distanze maggiori dalla stella centrale, per poi migrare

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La missione ARIEL selezionata come prossima missione di classe media dallo Space Programme Committee dell’Agenzia Spaziale Europea

di Mario Giuseppe Guarcello    ( segui mguarce)     Negli ultimi anni la famiglia di stelle con sistemi esoplanetari è cresciuta vertiginosamente grazie a missioni come Kepler, CoRoT, e strumenti come HARPS-N al Telescopio Nazionale Galileo, dedicati all’identificazione di esopianeti tramite il metodo dei transiti e delle velocità radiali. Questi studi hanno rivoluzionato la nostra conoscenza sugli esopianeti, hanno permesso

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Attività stellare soppressa dalla presenza di un esopianeta vicino la stella. Pubblicato su AJ “Suppressed Far-UV Stellar Activity and Low Planetary Mass Loss in the WASP-18 System” di L. Fossati (Space Research Institute – Austria)

di Mario Giuseppe Guarcello    ( segui mguarce)     Con il termine “attività stellare” si intende una classe di fenomeni di natura magnetica nelle stelle, quali brillamenti e macchie. Esistono varie diagnostiche che permettono di misurare l’intensità dell’attività stellare, quali l’emissione di raggi X dalla corona o indici spettroscopici come l’indice R’HK che misura l’intensità di attività cromosferica. L’importanza di

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Una nuova super-Terra scoperta con Harps-N. Pubblicato su A&A “HADES RV Programme with HARPS-N at TNG. GJ 3942 b behind dominant activity signals” di M. Perger

di Mario Giuseppe Guarcello    ( segui mguarce)     L’analisi delle velocità radiali è uno dei due strumenti principali a disposizione degli astronomi che vanno a caccia di esopianeti. Questo metodo consiste nel misurare dall’effetto Doppler negli spettri delle stelle osservate la componente di velocità nella direzione di vista, allo scopo di individuare delle oscillazioni rispetto al centro di massa

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Seminari congiunti su esopianeti ed abitabilità di G. Peres e G. Micela

di Mario Giuseppe Guarcello    ( segui mguarce)     Il 16 Marzo alle 15:30 presso  l’aula A del Dipartimento di Fisica e Chimica dell’Università di Palermo, Via Archirafi 36, IL prof. G. Peres (Specola Universitaria, Dip. di Fisica e Chimica, Univ. degli Studi di Palermo) ed il direttore dell’Osservatorio Astronomico di Palermo G. Micela (INAF, Osservatorio Astronomico di Palermo “G.S.

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