TOI-1807b, il più giovane pianeta con periodo ultra-corto scoperto finora. “The GAPS Programme at TNG XXXVII. A precise density measurement of the young ultra-short period planet TOI-1807 b” di D. Nardiello (INAF -OAPd) pubblicato su A&A

Dei 5322 esopianeti confermati finora (fonte NASA), circa un centinaio rientrano nella categoria dei pianeti a periodo ultra-corto. Si tratta di pianeti con un’orbita estremamente stretta attorno alla propria stella, tanto da essere caratterizzati da un periodo orbitale inferiore a un giorno. Con un raggio tipicamente inferiore a 2 volte quello terrestre, questi pianeti sono molto probabilmente i nuclei rocciosi

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Due intensi brillamenti osservati in Ds Tucanae A ed il loro impatto sul pianeta vicino alla stella. L’articolo: “X-ray flares of the young planet host Ds Tucanae A” di I. Pillitteri recentemente pubblicato su A&A

I brillamenti sono i fenomeni magnetici più energetici che possiamo osservare nelle stelle. Essi scaturiscono da una serie di fenomeni innescati da un repentino rilascio di energia da parte del campo magnetico stellare, e culminano con la creazione di arcate magnetiche riempite di plasma a milioni di gradi, brillante ai raggi X. Queste strutture magnetiche possono talvolta rilasciare grandi quantità

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Quanti pianeti attorno alle stelle M? Lo studio: “HADES RV Programme with HARPS-N at TNG. XV. Planetary occurrence rates around early-M dwarfs” di M. Pinamonti (INAF-OATo) pubblicato su A&A

Le stelle nane di classe spettrale M (ossia con una temperatura efficace compresa tra 2400 e 3900 gradi Kelvin ed una massa compresa tra 0.08 e 0.7 masse solari) sono stelle ideali per la ricerca di esopianeti. Questo perchè le tecniche principali che permettono di scoprire la presenza di un pianeta attorno ad una stella sono più efficaci quando applicati

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Brillamenti e variabilità in DS Tucanae A e AU Mic. Lo studio: “Short-term variability of DS Tucanae A observed with TESS” di S. Colombo (INAF – OAPA) pubblicato su A&A

La luminosità delle stelle non è costante nel tempo, ma varia con tempi scala che vanno dai minuti agli anni, in funzione dei fenomeni che inducono tale variabilità. Molti di questi fenomeni sono di origine magnetica, ossia prodotti dall’interazione tra campo magnetico e plasma nelle stelle. Alcuni esempi più importanti, osservati e studiati in dettaglio sul Sole, sono i brillamenti

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L’interazione magnetica tra stella e pianeta può produrre brillamenti più energetici. Lo studio: “X-ray variability of HD 189733 across eight years of XMM-Newton observations” di I. Pillitteri (INAF – OAPA) pubblicato su A&A

La corona è l’atmosfera più esterna delle stelle non di grande massa. In questa regione, che si estende per alcuni raggi stellari, il plasma raggiunge temperature di alcuni milioni di gradi, alle quali emette principalmente radiazione ai raggi X. La temperatura media delle corone nelle stelle varia parecchio, in funzione di parametri stellari quali l’età della stella, la sua rotazione,

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Atmosfere in fotoevaporazione nei pianeti giovani. L’articolo: “New Constraints on the Future Evaporation of the Young Exoplanets in the V1298 Tau System” di A. Maggio (INAF – OAPA) pubblicato su ApJ

La ricerca di esopianeti attorno alle stelle giovani è di grande importanza per lo studio del processo di formazione planetaria e delle prime fasi evolutive dei pianeti. Il disco di gas e polveri da cui i pianeti si formano, infatti, ha una vita media di pochi milioni di anni, durante i quali i pianeti giovani interagiscono con il materiale in

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Come la radiazione X/UV delle stelle può influenzare la chimica delle atmosfere dei pianeti. Lo studio: “Extreme-ultraviolet- and X-Ray-driven Photochemistry of Gaseous Exoplanets” di D. Locci (INAF – OAPA) pubblicato su PSJ

Tra i 4903 esopianeti (fonte: https://exoplanets.nasa.gov/) scoperti e confermati finora (Gennaio 2022), alcuni orbitano a distanze molto ravvicinate dalla loro stella. In realtà, fu proprio il primo pianeta scoperto attorno ad una stella diversa dal Sole (51 Pegasi b, scoperto nel 1995) ad insegnarci che l’esistenza di pianeti in orbite così strette era possibile. 51 Pegasi b, infatti, orbita a soli

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Scoperto il primo sistema esoplanetario con pianeti in orbite sia polari che equatoriali. Lo studio: “The Rossiter-McLaughlin effect revolutions: an ultra-short period planet and a warm mini-Neptune on perpendicular orbits” di V. Bourrier (Observatoire Astronomique de l’Université de Genève) pubblicato da A&A

Lo studio delle architetture dei sistemi esoplanetari, ed in particolare dell’angolo spin-orbita (ossia l’inclinazione dell’orbita dei pianeti rispetto all’asse di rotazione della stella) può svelare importanti dettagli sull’evoluzione dinamica di un sistema planetario. In particolare, frequentemente i pianeti giovani possono migrare radialmente, cambiando la propria distanza dalla stella ed interagendo con gli altri corpi del sistema planetario. Questo processo può

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Presentati due metodi che permettono di stimare la copertura di regioni magnetiche attive in fotosfera. Lo studio: “Estimating Magnetic Filling Factors from Simultaneous Spectroscopy and Photometry: Disentangling Spots, Plage, and Network” di T. W. Milbourne (Harvard University) pubblicato da ApJ

Circa il 20% degli esopianeti scoperti finora (Ottobre 2021) è stato identificato tramite misure di velocità radiali (Fonte: https://exoplanets.nasa.gov/). Questo metodo si basa su osservazioni spettroscopiche di stelle con pianeti, mirate a misurare periodiche oscillazioni della stella tramite misure di effetto Doppler. Queste oscillazioni sono una conseguenza dell’interazione gravitazionale tra stella e pianeta durante l’orbita del pianeta attorno la stella. Intuitivamente,

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Pubblicato su A&A il catalogo dei candidati target della missione Plato: “The all-sky PLATO input catalogue” di M. Montalto (Unipd/INAF-OAPd)

Secondo i dati ufficiali rilasciati dalla NASA, ad oggi (1 Ottobre 2021) abbiamo scoperto e confermato 4525 esopianeti in 3357 sistemi esoplanetari. La maggiorparte di questi pianeti (più del 75%) è stato scoperto con il metodo dei transiti, mentre circa il 20% con il metodo delle velocità radiali. Con la prima tecnica, il pianeta viene scoperto quando transita di fronte

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