Quattro pianeti (almeno) per due stelle. Lo studio: “The GAPS Programme at TNG. LIII. New insights on the peculiar XO-2 system” di A. Ruggieri (Università di Padova) pubblicato su A&A

Ogni appassionato di fantascienza, in particolare della saga di Star Wars, si è almeno una volta chiesto se pianeti che orbitano attorno a due stelle, come Tatooine, siano davvero possibili. In realtà, si tratta di una domanda molto interessante anche dal punto di vista astronomico. Nella nostra Galassia, infatti, si stima che almeno un terzo delle stelle di piccola massa faccia parte di sistemi binari. Per comprendere la popolazione di pianeti esistenti nella Via Lattea, è quindi molto importante identificare esopianeti in sistemi binari, confrontarne le proprietà con quelli che orbitano attorno a stelle singole e studiarne la stabilità.

 

Fino ad oggi, sono stati identificati solo cinque sistemi binari con esopianeti. Tra questi, il sistema XO-2 presenta diverse proprietà interessanti. Le due stelle (XO-2N e XO-2S) del sistema sono separate da circa 4600 unità astronomiche (u.a.; 1 u.a. è la distanza media tra Terra e Sole, corrispondente a circa 150 milioni di km) e sono entrambe stelle di tipo solare. Le uniche differenze degne di nota tra XO-2N e XO-2S riguardano il numero di pianeti finora identificati in orbita attorno alle due stelle, e una metallicità, ossia il contenuto di elementi più pesanti di idrogeno ed elio leggermente superiore di XO-2N rispetto alla sua compagna. Studi pubblicati negli ultimi anni hanno individuato un pianeta in orbita attorno a XO-2N e due intorno a XO-2S. Inoltre, la metallicità di XO-2N risulta leggermente superiore a quella di XO-2S. Considerando che le due stelle si sono quasi certamente formate insieme, la diversa metallicità non ha una spiegazione immediata e potrebbe essere collegata proprio a differenze nei processi di formazione planetaria. Ad esempio, è possibile che XO-2N abbia accresciuto un maggior numero di planetesimi, aumentando così il proprio contenuto di elementi chimici più pesanti.

 

Il team di ricerca guidato dall’astrofisico A. Ruggieri dell’Università degli Studi di Padova ha analizzato nuove osservazioni spettroscopiche di XO-2, ottenute con il Telescopio Nazionale Galileo come parte del progetto GAPS (Global Architecture of Planetary Systems). Le osservazioni coprono un periodo di circa 9 anni e hanno consentito ai ricercatori di confermare l’esistenza dei pianeti precedentemente identificati, oltre a scoprire un ulteriore pianeta gioviano (con una massa minima stimata di 3.71 volte quella di Giove e un’orbita a 5.5 unità astronomiche dalla stella) in orbita attorno a XO-2S. Le osservazioni hanno inoltre confermato la stabilità di questo sistema planetario così peculiare ed importante per comprendere la formazione ed evoluzione dei sistemi planetari attorno a stelle binarie. Lo studio è descritto nell’articolo intitolato “The GAPS Programme at TNG. LIII. New insights on the peculiar XO-2 system“, recentemente pubblicato sulla rivista Astronomy & Astrophysics, e ha come coautrice anche l’astrofisica S. Benatti dell’INAF – Osservatorio Astronomico di Palermo.

 

La figura di copertina (cliccare qui per visualizzarla interamente) mostra un’immagine dello Sloan Digital Sky Survey di XO-2, le due stelle al centro.