Composizione di un pianeta sub-Nettuniano ottenuta con ESPRESSO e TESS. L’articolo: “A sub-Neptune and a non-transiting Neptune-mass companion unveiled by ESPRESSO around the bright late-F dwarf HD 5278 (TOI-130)” di A. Sozzetti (INAF-OATo) pubblicato su A&A

Il satellite Transiting Exoplanet Survey Satellite (TESS) della NASA è uno dei telescopi più importanti per la ricerca degli esopianeti. TESS è progettato per scoprire esopianeti utilizzando il metodo dei transiti: ossia identificando le stelle caratterizzate da periodiche occultazioni da parte dei loro pianeti, chiamate appunto transiti. Ad oggi, circa il 27% degli esopianeti scoperti grazie ad osservazioni di TESS rientra nella classe dei

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Una super-Terra per la stella GJ 740. L’articolo: “A super-Earth on a close-in orbit around the M1V star GJ 740. A HADES and CARMENES collaboration” di B. Toledo-Padrón (IAC) pubblicato su Astronomy & Astrophysics

Negli ultimi anni, le stelle di classe spettrale M (ossia stelle con temperatura efficace compresa tra i 2400 ed i 3700 gradi e massa tra 0.08 e 0.45 masse solari) sono diventate target preferenziali per la ricerca di esopianeti. Questo sia perché esse sono le stelle più comuni nella Via Lattea, sia perché il basso rapporto tra la massa e

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Due Nettuniani caldi per una stella giovane. L’articolo: “The GAPS Programme at TNG XXVIII. A pair of hot-Neptunes orbiting the young star TOI-942” di I. Carleo (Wesleyan University/INAF-OAPd) pubblicato su A&A)

I sistemi esoplanetari scoperti fino ad oggi (3212 sistemi per un totale di 4331 esopianeti confermati, dato aggiornato al 26 Gennaio 2021, fonte: https://exoplanets.nasa.gov/) presentano architetture talvolta molto diverse da quella del Sistema Solare. Questa varietà di sistemi esoplanetari costituisce una sfida per la comprensione dei fenomeni di formazione planetaria e delle interazioni tra i pianeti e l’ambiente circostante, che

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Macchie fotosferiche e transiti planetari. Lo studio: “Correcting the effect of stellar spots on ARIEL transmission spectra” di G. Cracchiolo (UNIPA, INAF-OAPA) pubblicato su MNRAS

Un “transito planetario” avviene quando osserviamo un pianeta attraversare il disco della propria stella. Durante un transito, quindi, il pianeta oscura una piccola porzione della stella, provocando una quasi impercettibile riduzione della luminosità osservata. Mentre nel Sistema Solare gli unici pianeti che possiamo osservare transitare davanti al Sole sono Mercurio e Venere, l’osservazione e l’analisi dei transiti è ad oggi uno

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Chimica ed estensione dell’atmosfera di WASP-121b. L’articolo: “Atmospheric Rossiter-McLaughlin effect and transmission spectroscopy of WASP-121b with ESPRESSO” di F. Borsa (INAF-OA Brera) pubblicato su A&A)

I Gioviani ultra-caldi sono pianeti gassosi che orbitano a distanze ravvicinate dalla propria stella, con periodi di rotazione minori di 3 giorni, la cui atmosfera è quindi riscaldata fino a temperatura superiori ai 2000 gradi dalla radiazione emessa dalla propria stella. Questo fa si che le atmosfere dei gioviani ultra-caldi presentano diversi fenomeni unici rispetto le altre classi di pianeti,

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Il legame tra presenza di pianeti ed abbondanza di elementi chimici pesanti. L’articolo: “HADES RV Programme with HARPS-N at TNG XII. The abundance signature of M dwarf stars with planets” di J. Maldonado (INAF-OAPA) pubblicato su A&A

I complicati processi coinvolti nel processo di formazione planetaria sono ancora oggetto di studio. Il modello più accreditato per spiegare la formazione dei pianeti gassosi è il “core-accretion model“, che prevede prima la formazione di un nucleo roccioso di diverse masse terrestri tramite la coagulazione di planetesimali, seguita da una fase di accrescimento di gas dall’ambiente circostante appena il nucleo

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Un Gioviano Caldo che non c’è. L’articolo: “The GAPS Programme at TNG. XXVII. Reassessment of a young planetary system with HARPS-N: is the hot Jupiter V830 Tau b really there?” di M. Damasso (INAF-OATo) pubblicato su A&A

Alcuni esopianeti scoperti fino ad oggi rientrano in categorie che non si trovano nel Sistema Solare. L’esempio più importante è probabilmente quello dei Gioviani Caldi: giganti gassosi che orbitano a distanze ravvicinate dalla propria stella (meno di 0.5 Unità Astronomiche, UA, dove 1UA è la distanza media Terra-Sole pari a 150 milioni di km). Non è ancora chiaro quale sia

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Una super-Terra attorno una vecchia e poco attiva stella M. L’articolo: “GJ 357 b. A super-Earth orbiting an extremely inactive host star” di Modirrousta-Galian (UNIPA/INAF-OAPA) pubblicato su A&A

Nonostante argomenti teorici suggeriscano che i pianeti di tipo terrestre siano estremamente comuni nella nostra Galassia, la famiglia dei 4284 esopianeti scoperti e confermati finora (25/9/2020, fonte NASA) conta relativamente pochi pianeti di tipo terrestre. Questa chiaramente è una limitazione dei metodi usati per individuare gli esopianeti, che risultano essere poco sensibili ai pianeti di piccola massa. Per questo motivo,

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Nettuniani e super-Terre in sistemi con Gioviani “freddi” come test delle teorie di migrazione planetaria. L’articolo: “The GAPS programme at TNG. XXIV. An eccentric Neptune-mass planet near the inner edge of the BD-11 4672 habitable zone” di D. Barbato (UniTo/OATo) e M. Pinamonti (OATo) pubblicato su A&A

L’architettura di un sistema planetario non è solamente il risultato del processo di formazione dei pianeti, ma anche di un complesso processo di migrazione planetaria durante il quale i pianeti si muovono radialmente avvicinandosi o allontanandosi dalla propria stella. Anche l’architettura del Sistema Solare, nonché alcune proprietà dei pianeti interni, sono il risultato della migrazione dei giganti gassosi avvenuta in

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Esopianeti con atmosfere estese in evaporazione. L’articolo: “The GAPS programme at TNG. XXII: The GIARPS view of the extended helium atmosphere of HD 189733 b accounting for stellar activity” di G. Guilluy (UniTO/INAF-OATo) pubblicato su A&A

Il numero di esopianeti scoperti fino ad oggi (4197 al 4/Agosto/2020, fonte: NASA) è sufficientemente alto da permettere studi delle loro proprietà globali. Una delle proprietà osservate che ancora manca una spiegazione certa è il così detto “deserto nettuniano“, ossia la relativa assenza di esopianeti di massa e dimensioni intermedie (sub-gioviani) con periodo orbitale minore di 3 giorni (ossia in

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