Prima luce per il progetto EWOCS (Extensive Westerlund One Chandra Survey)

Nel Giugno dell’anno scorso, il panel per la valutazione dei progetti basati su osservazioni ai raggi X del satellite della NASA Chandra, riunitasi a Boston, ha approvato il Large Project: “Star formation in starburst: a deep ACIS-I observation of Westerlund 1“. Il progetto è guidato dall’astronomo Mario Giuseppe Guarcello dell’INAF-Osservatorio Astronomico di Palermo, ed è descritto in questo articolo.   Dopo

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Rotazione ed attività magnetica nelle stelle M. Pubblicato su A&A lo studio: “HADES RV Programme with HARPS-N at TNG. X. The non-saturated regime of the stellar activity-rotation relationship for M dwarfs” di E. González-Álvarez (INAF-OAPA)

L’emissione ai raggi X che osserviamo dalle stelle proviene dalla loro corona, ossia lo strato più esterno dell’atmosfera stellare, dove il plasma è a bassa densità ma a temperature molto elevate (fino ad alcuni milioni di gradi). L’intensità di questa emissione dipende in un modo ancora poco chiaro dall’intensità e morfologia del campo magnetico prodotto dalle stelle.   Nelle stelle

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Brillamenti in stelle giovani osservati in multi-banda. Pubblicato su A&A: “A multi-wavelength view of magnetic flaring from PMS stars” di E. Flaccomio (Inaf – OAPA)

I brillamenti stellari sono una delle manifestazioni (la più energetica insieme alle espulsioni di massa coronali) dell’attività magnetica delle stelle. Molte stelle, ed in modo particolare quelle di piccola massa, producono un loro campo magnetico che, interagendo con il plasma della stella, da vita a fenomeni come le macchie fotosferiche, faculae, protuberanze, oltre ai già citati brillamenti stellari ed espulsioni

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Il Cigno ai raggi X. Accettato per la pubblicazione l’articolo: “X-ray spectral characterization of the young Cygnus OB2 population” di E. Flaccomio (INAF-OAPA)

Le associazioni stellari OB sono oggetti di grande interesse scientifico. Contengono infatti una ricca popolazione stellare giovane tra cui stelle di classe spettrale O e B, con una massa maggiore di 7 volte quella solare. Pur essendo rare se paragonate alle stelle di piccola massa, queste stelle sono estremamente importanti per la loro influenza sull’ambiente circostante, la nebulosa da cui

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Pubblicato su ApJ “Investigating the Structure of Vela X” di P. Slane (CfA) sulla struttura del resto di supernova della Vela

Le esplosioni di supernova, gli eventi più violenti dell’Universo, producono una nebulosa in rapida espansione che eventualmente interagisce con il mezzo interstellare circostante (chiamate “resti di supernova”) ed un oggetto compatto formatosi dalla contrazione del nucleo della stella progenitrice. Data la sua vicinanza dal Sole (“appena” 945 anni luce circa), uno dei resti di supernova più studiati e’ quello della

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Il sito NASA/Chandra riporta lo studio OAPA/CfA sulla Nebulosa dell’Aquila e NGC6611

di Mario Giuseppe Guarcello    ( segui mguarce)     È stato pubblicato sul sito del satellite Chandra della NASA un articolo (link) interamente dedicato agli studi INAF-OAPA/CfA della regione di formazione stellare nota come Nebulosa dell’Aquila o M16, contenente l’ammasso stellare NGC 6611, realizzato con vari telescopi operativi in diverse bande dello spettro elettromagnetico, tra cui il satellite Chandra della

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Emissione di raggi X diffusa nelle regioni di formazione stellare massive. Pubblicato su ApJS “Diffuse X-ray emission in the Cygnus OB2 association” di J. F. Albacete-Colombo (Universidad de Rıo Negro)

di Mario Giuseppe Guarcello    ( segui mguarce)     Durante la loro breve esistenza lunga pochi milioni di anni, le stelle di grande massa (con masse maggiori di 8 masse solari, di classe spettrale O e B-early) possono influenzare violentemente l’ambiente circostante, grazie alla loro copiosa emissione di raggi UV ed intensi venti stellari. Una singola stella di classe spettrale

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Accretion funnels connecting the young stars in Orion and their protoplanetary disks. The study “X-Ray Flare Oscillations Track Plasma Sloshing along Star-disk Magnetic Tubes in the Orion Star-forming Region” of F. Reale published on ApJ

di Mario Giuseppe Guarcello    ( segui mguarce)     A recent study by a team of researchers of INAF-Astronomical Observatory of Palermo, the University of Palermo, and the University of Madrid, recently published on the Astrophysical Journal, shows that  enormous flares in the young stars in Orion are due to large magnetic loops connecting the stars and their protoplanetary disks,

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