Emissione di raggi X diffusa nelle regioni di formazione stellare massive. Pubblicato su ApJS “Diffuse X-ray emission in the Cygnus OB2 association” di J. F. Albacete-Colombo (Universidad de Rıo Negro)

di Mario Giuseppe Guarcello    ( segui mguarce)

 

 

Durante la loro breve esistenza lunga pochi milioni di anni, le stelle di grande massa (con masse maggiori di 8 masse solari, di classe spettrale O e B-early) possono influenzare violentemente l’ambiente circostante, grazie alla loro copiosa emissione di raggi UV ed intensi venti stellari. Una singola stella di classe spettrale O, infatti, può perdere fino a 10-6 masse solari per anno in un vento che raggiunge velocità anche di 1600–2500 km s−1 (Stevens & Hartwell, 2003).

 

Sia nella nostra Galassia che in galassie vicine, soprattutto le Nubi di Magellano, conosciamo regioni di formazione stellare massive che contengono decine o centinaia di stelle O e B. I loro venti violenti possono collidere tra loro o impattare con il gas e le polveri che riempiono queste regioni (mezzo intra-cluster), dando vita a fenomeni interessanti ed altamente energetici. In particolare la produzione di shock dissipativi nel mezzo intra-cluster, modificandone le condizioni fisiche e depositando in esso enormi quantità di energia, e producendo un’emissione copiosa di radiazione X diffusa.

 

La presenza di emissione diffusa ai raggi X in regioni di formazione stellare con stelle massive e’ stata confermata solo in pochi casi: le nebulose Rosetta e Omega (Muno et al. 2006), la Nebulosa di Orione (Gudel et al. 2008), e la Nebulosa della Carena (Tonwsley et al. 2011). Nello studio “Diffuse X-ray emission in the Cygnus OB2 association” di J. F. Albacete-Colombo (Universidad de Rıo Negro, Argentina), accettato per la pubblicazione dalla rivista Astrophysical Journal Supplement con la collaborazione degli astronomi E. Flaccomio, M. G. Guarcello, G. Micela e S. Sciortino dell’Osservatorio Astronomico di Palermo, emissione diffusa ai raggi X e’ stata trovata ed analizzate nella regione di formazione stellare massiva Cygnus OB2. La scoperta e’ stata possibile grazie alle osservazioni della regione realizzate con il satellite NASA Chandra per del progetto Chandra Cygnus OB2 Legacy Project, guidato da J. J. Drake del Harvard-Smithsonian Center for Astrophysics (USA). Dopo aver rimosso circa 8000 sorgenti puntiformi dalle immagini, gli autori hanno identificato la presenza di emissione ai raggi X diffusa che riempie la cavita’ nella nebulosa che ospita l’associazione stellare Cygnus OB2, con una luminosità pari a 4.2×1034 erg/sec nella banda 0.5-7 keV. Questa emissione diffusa e’ prodotta sia da shock dissipativi tra il vento stellare ed il mezzo intra-cluster, sia da collisioni tra i venti stellari prodotti dalla ricca popolazione di stelle massive nella regione. Il gas diffuso e’ riscaldato da questi processi fino a temperature di milioni di gradi. Gli autori hanno identificato tre componenti termiche principali a 1.2, 4.9 e 14 milioni d gradi.

 

La figura (link) mostra la regione di Cygnus OB2 in infrarosso (che evidenzia l’emissioni delle polveri associate alla nebulosa) con evidenziata l’emissione diffusa ai raggi X.