2. Le precipitazioni annuali
La quantità di pioggia annuale è rilevabile per tutti gli anni della serie (sulla base dei dati giornalieri o dei ristretti mensili) ad eccezione dei 6 anni fra il 1799 e 1805 e con i valori del 1860 e 1910 molto incerti, data la mancanza di una rilevante frazione dei dati.
In figura 2.1 è riportata la distribuzione dei valori di pioggia misurata nell’intera serie. Il valore medio annuale della pioggia caduta in tutta la serie è di 550.09 mm, mentre il valore mediano è di 536.70 mm. La somiglianza di questi due numeri indica che la distribuzione è piuttosto simmetrica, in generale quindi ci sono tanti anni eccezionali piovosi quanti asciutti.
La deviazione standard della distribuzione è 123.7 mm, con i valori estremi di 221.0 e 933.6 mm rilevati rispettivamente nel 1977 e nel 1931, che presenta diversi giorni con vere e proprie alluvioni. L’escursione massima misurata, un fattore poco superiore a quattro fra il minimo e il massimo, è considerata tipica del clima continentale o mediterraneo ed è simile alla variazione riscontrata nelle serie pluviometriche rilevate a Roma, nel Collegio Romano1 con valori annuali compresi nell’intervallo fra 319.4 mm e 1470.3 mm a Moncalieri2 in provincia di Torino con un intervallo compreso fra 326 mm e 1310 mm, o a Milano con valori fra 427 mm e 1587 mm3. In tutti questi casi la pioggia annuale è almeno una volta e mezzo maggiore di quella caduta a Palermo, che quindi risulta significativamente meno piovosa di queste città, ma l’escursione relativa tipica è simile.
Figura 2.2: Valori della precipitazione di ciascun anno. La linea orizzontale rappresenta la media su tutta la serie, mentre la linea continua è la media mobile di ordine 31(sinistra) e 11 (destra). Si notino il minimo fra gli anni 1970 e 1980, l’apparente risalita degli ultimi anni, e l’esistenza di un certo numero di episodi di elevata piovosità
I valori di precipitazione annuale per tutti gli anni della serie sono riportati in tabella A.1 insieme al numero di giorni piovosi, di giorni con più di 5 e 10 mm di pioggia e all’intensità della pioggia, misurata come la quantità di pioggia media caduta in un giorno piovoso.
In Figura 2.2 sono riportati i valori della precipitazione di ciascun anno 4 insieme alla media di tutta la serie e alla media mobile di ordine 31 e 11 5. L’esame della figura rivela come il valore della media sia rimasto pressocchè costante con oscillazioni di piccola ampiezza, fino a circa il 1950, per poi diminuire di circa il 20% nei 40 anni successivi.
Non è chiara la ragione di questa diminuzione; essa coincide con il passaggio dal pluviometro Caruso al pluviografo del Genio Civile (1951), per cui il cambiamento di regime riscontrato potrebbe essere dovuto ad un effetto strumentale che causa una differenza sistematica fra le misure ottenute con i due strumenti piuttosto che ad una diminuzione reale. Purtroppo il periodo in cui i due strumenti hanno funzionato contemporaneamente è limitato a pochi mesi a causa delle frequenti rotture del pluviometro Caruso nel periodo in questione, per cui il confronto non dà risultati definitivi. Inoltre gli anni ’50 corrispondono anche a una rapida crescita dell’urbanizzazione di Palermo e quindi a una variazione significativa delle condizioni ambientali presso l’Osservatorio. Una diminuzione di simile entità è stata tuttavia osservata a partire dagli anni ’30 nella serie romana e in generale in tutte le serie pluviometriche analizzate dell’Italia centro-meridionale a partire dagli anni 1930-1950, indicando che anche la diminuzione osservata nella serie di Palermo potrebbe essere reale.
E’ da notare che la pioggia degli ultimi anni della serie sembra aumentata rispetto agli anni immediatamente precedenti e ritornata ai valori precedenti al 1950. Questo effetto risulta più evidente dal comportamento della media mobile di ordine 11, che mette in evidenza variazioni su tempi più brevi, mostrata nel pannello a destra di figura 2.2, dove si vede chiaramente la presenza di un minimo intorno alla metà degli anni ’70 e una risalita successiva che riporta il valore della media mobile al valore medio della serie. La media mobile di ordine 11 mette inoltre in evidenza episodi di variabilità su questa scala temporale, come l’esistenza di alcuni decenni particolarmente piovosi (intorno al 1850, al 1900 e al 1935) e almeno un decennio molto asciutto intorno al 1970.
La Figura 2.2 sembra suggerire anche che la variazione da un anno all’altro della quantità di pioggia (che in termini di deviazione standard dell’intera serie è 124mm), è cambiata nel corso dei due secoli. Per quantificare questo effetto abbiamo riportato nel grafico 2.3 la deviazione standard mobile di ordine 31, confrontata con la deviazione media dell’intera serie. La deviazione standard risulta minima intorno al 1850 e fra gli anni 1970-1980, mentre i valori degli ultimi anni sembrano indicare un aumento di variabilità. Un valore piccolo della deviazione standard relativa a un certo numero di anni indica che questi anni presentano valori di pioggia molto simili fra di loro con valori tutti molto alti (come per esempio intorno al 1850) o molto bassi (come fra gli anni 1970-1980); nei periodi con grande deviazione standard, al contrario, la piovosità cambia di molto, anche da un anno all’altro.
Note
1 Mangianti F., Beltrano M. C., Roma, 1995, Le precipitazioni a Roma, Ministero delle risorse agricole, alimentari e forestali – UCEA
2 Di Napoli G. e Mercalli L., 1996, Torino, Moncalieri 130 anni di meteorologia 1865-1994, Società Meteorologica Subalpina
3 Chlistovskyi F., Buffoni L., Maugeri M., Milano, 1999, La precipitazione a Milano-Brera, ed. CUSL
4 Secondo una nota di Tacchini (astronomo aggiunto all’Osservatorio fra il 1863 e il 1879) la quantità di pioggia caduta negli anni fra il 1851 e il 1879 può avere un errore fino a 17 mm (P. Tacchini, Introduzione in: Annali dell’Ufficio Centrale di Meteorologia Italiana, serie II, vol. I-1879, Tipografia Cenniniana, Roma, 1880, pp. XIII-XIV) , ma poichè la correzione necessaria cambia da un anno all’altro, non abbiamo corretto le misure; d’altra parte un errore di così piccola entità non modifica alcuna delle conclusioni raggiunte.
5 La media mobile mette in evidenza variazioni su tempi scala simili o maggiori all’ordine della media mobile. La media mobile di ordine 31 permette quindi di esaminare variazioni su tempi maggiori di 30 anni, la media mobile di ordine 11 mette invece in evidenza variazioni su tempi di circa un decennio. Abbiamo utilizzato questi tempi scala in analogia a quanto fatto, per esempio, nella serie di Milano per consentirne un facile i confronto