Jet ed anisotropie innescati durante le esplosioni di supernova, studiati nel Vela SNR tramite osservazioni XMM e ROSAT

I resti di supernova, ossia le nebulose in rapida espansione formate dalle esplosioni di supernova, presentano tipicamente una morfologia asimmetrica. Questo è spesso dovuto all’interazione tra l’onda d’urto in espansione ed il mezzo circostante, e, soprattutto quando sono state generate da esplosioni di supernova a collasso del nucleo (ossia innescate dal collasso gravitazionale del nucleo di una stella di grande

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Un modello idrodinamico tridimensionale spiega la natura dei resti di supernova “mixed-morphology”

I resti di supernova sono nebulose in rapida espansione prodotte dalle esplosioni di supernova, spesso caratterizzate da una morfologia complessa conseguenza dell’interazione con il mezzo ambiente. Questi oggetti sono sorgenti di radiazione in varie bande dello spettro elettromagnetico. Questo è dovuto alla varietà di fenomeni che caratterizzano i resti di supernova, ed alle diverse condizioni fisiche (come temperatura e densità)

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Sviluppato un modello per compensare gli effetti delle macchie nel determinare proprietà di esopianeti transitanti

Un “transito planetario” avviene quando osserviamo un pianeta attraversare il disco della propria stella. Durante un transito, quindi, il pianeta oscura una piccola porzione della stella, provocando una quasi impercettibile riduzione della luminosità osservata. Mentre nel Sistema Solare gli unici pianeti che possiamo osservare transitare davanti al Sole sono Mercurio e Venere, l’osservazione e l’analisi dei transiti è ad oggi uno

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Metallicità e pianeti: la relazione valida per stelle FGK estesa anche per le stelle M

I complicati processi coinvolti nel processo di formazione planetaria sono ancora oggetto di studio. Il modello più accreditato per spiegare la formazione dei pianeti gassosi è il “core-accretion model“, che prevede prima la formazione di un nucleo roccioso di diverse masse terrestri tramite la coagulazione di planetesimali, seguita da una fase di accrescimento di gas dall’ambiente circostante appena il nucleo

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Le anisotropie presenti durante le esplosioni di supernova determinano le proprietà dei resti di supernova

Le spettacolari esplosioni di supernova con cui le stelle di grande massa terminano la loro evoluzione sono eventi governati da una fisica complessa, lontani dall’essere descrivibili assumendo una semplice simmetria sferica. La rarità di questi eventi rende ancora più complicata la comprensione dei processi fisici coinvolti nelle esplosioni di supernova. Si stima, infatti, che la nostra Galassia in media ospita

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L’attività magnetica della stella di classe spettrale M AD Leo

Le stelle non totalmente radiative (ossia escludendo quelle di grande massa) producono al loro interno un campo magnetico la cui intensità e topologia cambia significativamente in funzione del tipo di stella e della sua struttura interna. Il campo magnetico viene quindi letteralmente “trascinato” verso la superficie della stella, e qui interagisce col plasma in fotosfera, cromosfera e corona dando vita

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Un passo avanti verso la comprensione del riscaldamento coronale. Osservati per la prima volta dei nanojets

La corona solare è la parte più esterna dell’atmosfera della nostra stella. Si estende per diversi raggi solari ed è composta da plasma ad alcuni milioni di gradi, ben più caldo quindi della fotosfera (con una temperatura di circa 5600 gradi). Il meccanismo di riscaldamento della corona solare è un problema aperto da decenni. Tra i vari meccanismi proposti, nei

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Scomparso il professor Nichi d’Amico, presidente dell’Istituto Nazionale di Astrofisica

Con un profondo sgomento ed immensa tristezza comunichiamo l’improvvisa scomparsa del professore Nichi d’Amico, presidente del nostro Istituto. Lo ricordiamo con le parole del professore Salvatore Sciortino, già direttore dell’Osservatorio Astronomico di Palermo:   “Sono profondamente colpito ed addolorato e sono rimasto incredulo a guardare lo schermo per parecchio tempo. Conoscevo Nichi da oltre 40 anni quando entrambi studiavamo Fisica

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Ghiacci e raggi X per spiegare le abbondanze chimiche nei dischi protoplanetari

Per comprendere il processo di formazione planetaria è necessario studiare l’evoluzione dei dischi protoplanetari, le strutture a disco composte da gas e grani di polvere orbitanti attorno le stelle di piccola massa durante i primi 3-5 milioni di anni della loro vita, e che possono dare origine a sistemi planetari. Negli ultimi anni, osservazioni di queste strutture mirate all’identificazione di

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