Un giovane Saturno nell’ammasso aperto IC2602 descritto nell’articolo: “TOI-837 b: Characterisation, formation, and evolutionary history of an infant warm Saturn-mass planet” di M. Damasso (INAF – OATo)

——————————————————————————————————————– Analisi di osservazioni TESS e HARPS permettono di confermare l’esistenza di un pianeta simile a Saturno orbitante attorno ad una stella associata all’ammasso stellare giovane IC 2602 ——————————————————————————————————————– Gli ammassi stellari non sono soltanto splendidi oggetti da fotografare e osservare al telescopio, ma rappresentano anche un’importante opportunità per lo studio dell’evoluzione stellare. Essi sono infatti composti da ricchi campioni

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Un sistema di superterre per la stella GJ 3998 descritto nell’articolo: “HADES RV Programme with HARPS-N at TNG XVI. A super-Earth in the habitable zone of the GJ 3998 multi-planet system” di A. K. Stefanov (IAC)

A soli 60 anni luce di distanza da noi, la stella GJ 3998, di classe spettrale M, ospita un sistema di ben tre superterre, scoperte e studiate grazie alle osservazioni del Telescopio Nazionale Galileo.   Le stelle di classe spettrale M sono tra i target più importanti per la ricerca di esopianeti, principalmente per due motivi: sono le stelle più

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Due gioviani caldi con un’atmosfera ricca d’acqua. Lo studio: “The GAPS Programme at TNG LXVII. Detection of water and preliminary characterisation of the atmospheres of the two hot Jupiters KELT-8 b and KELT-23 Ab” di M. Basilicata (Università di Tor Vergata) pubblicato su A&A)

Osservazioni realizzate con il Telescopio Nazionale Galileo di due esopianeti appartenenti alla classe dei gioviani caldi rivelano un’atmosfera ricca di acqua, nonostante le temperature elevate.   L’acqua è un’ingrediente essenziale per la vita come la conosciamo. Questo non soltanto perché la beviamo, ma perché è un solvente eccezionale per i processi chimici che stanno alla base della vita sulla Terra. Non stupisce, quindi,

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La relazione tra metallicità e presenza di pianeti durante l’evoluzione delle stelle di massa intermedia descritta nello studio: “Intermediate-mass stars and the origin of the gas-giant planet-metallicity correlation” di J. Maldonado (INAF-OAPA)

Una relazione tra la possibilità di avere pianeti gassosi e l’abbondanza di elementi chimici pesanti esiste per le stelle di piccola massa. Pochi studi hanno finora provato ad estendere questa relazione anche per le stelle di massa intermedia. Questo è l’obiettivo dello studio “Intermediate-mass stars and the origin of the gas-giant planet-metallicity correlation” di J. Maldonato (INAF – Osservatorio Astronomico

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L’esistenza di un sub-nettuniano “dinamicamente caldo” attorno alla stella BD+00 444 verificata da HARPS-N.

Un risultato intrigante, ottenuto grazie alla campagna osservativa realizzata con il satellite Kepler della NASA, è che i pianeti transitanti più comuni sono pianeti piccoli (con un raggio inferiore a 4 raggi terrestri) e con un periodo orbitale breve (inferiore a 100 giorni). In particolare, i pianeti più frequenti appartengono alle classi dei sub-nettuniani e delle super-Terre, due categorie assenti

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Due mini-nettuniani in risonanza orbitale per TOI-1803 scoperti e descritti nell’articolo: “A joint effort to discover and characterize two resonant mini Neptunes around TOI-1803 with TESS, HARPS-N and CHEOPS” di T. Zingales (UniPd/INAF-OAPd))

Con oltre 2600 esopianeti scoperti, il satellite Kepler della NASA detiene il primato come missione con il maggior numero di esopianeti trovati. L’avventura di Kepler è proseguita con l’estensione della missione Kepler/K2, rimodulata dopo che guasti tecnici impedivano al telescopio di mantenere il puntamento. Tra le tante scoperte rese possibili da Kepler/K2 vi è l’evidenza che tra le tipologie di

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Da gioviano a mini-nettuniano. L’evoluzione di TOI-1430 b descritta nello studio: “The GAPS Programme at TNG. LXV. Precise density measurement of TOI-1430 b, a young planet with an evaporating atmosphere” di D. Nardiello (UniPD, INAF-OAPD)

Gli esopianeti giovani, ovvero quelli che orbitano attorno a stelle con un’età massima di qualche centinaio di milioni di anni, rappresentano oggetti di grande interesse scientifico per lo studio della formazione planetaria e dei processi che influenzano l’evoluzione iniziale dei pianeti. Tuttavia, l’intensa attività magnetica delle stelle giovani genera segnali che possono nascondere o confondere quelli riconducibili alla presenza di

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Idrogeno, elio e sodio nell’atmosfera di un pianeta Saturniano. Lo studio: “The GAPS programme at TNG. LXIII. Photo-evaporating puzzle: Exploring the enigmatic nature of TOI-5398 b’s atmospheric signal” di M. d’Arpa (INAF-OAPA, UNIPA) pubblicato su A&A

La caratterizzazione delle atmosfere esoplanetarie è uno dei settori di ricerca più attivi dell’astrofisica moderna, resa possibile grazie allo sviluppo di strumenti e tecniche specifiche. L’idea di base di queste ricerche è piuttosto semplice: ottenere osservazioni spettroscopiche di stelle con pianeti durante il transito del pianeta davanti alla propria stella, ossia nel momento in cui parte della radiazione stellare attraversa

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Macchie e facole in V1298 Tau. L’articolo: “Spot Modeling through Multiband Photometry Analysis of V1298 Tau” di A. Biagini (INAF-OAPA/UNIPA) pubblicato su A&A

La maggior parte delle stelle si comporta come enormi dinamo, producendo intensi campi magnetici al loro interno. Questi campi magnetici interagiscono con il plasma che costituisce l’interno e l’atmosfera delle stelle, in un continuo braccio di ferro, in cui la forza prevalente domina la dinamica. Nella regione esterna delle stelle, dalla fotosfera alla corona, la pressione esercitata dal gas è

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Nuovi elementi individuati nell’atmosfera dell’esopianeta più caldo conosciuto. L’articolo: “The GAPS programme at TNG LX Atmospheric characterisation of KELT-9 b via single-line analysis: Detection of six H I Balmer lines, Na I, Ca I, Ca II, Fe I, Fe II, Mg I, Ti II, Sc II, and Cr II” di M. D’Arpa (INAF – OAPA/UNIPA) pubblicato su A&A

Uno degli aspetti più interessanti della scienza esoplanetaria è la possibilità di studiare mondi che non sono presenti nel Sistema Solare (almeno non oggi). Alcuni di questi esopianeti possiedono proprietà così estreme da essere oggetto di grande interesse scientifico. Questo è certamente il caso del Gioviano Ultra-Caldo KELT-9b. Si tratta di un gigante gassoso con una massa 2.8 volte quella

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