Scoperti due pianeti terrestri nella zona abitabile della stella GJ 1002. Lo studio: “Two temperate Earth-mass planets orbiting the nearby star GJ1002” di A. Suárez Mascareño (Istituto de Astrofisica de Canarias) pubblicato su A&A

La ricerca di esopianeti di tipo terrestre nella zona abitabile della propria stella è una delle linee di ricerca più importanti della scienza esoplanetaria. La zona abitabile è infatti definita come la regione attorno a una determinata stella in cui i pianeti di tipo roccioso possono ospitare acqua allo stato liquido sulla loro superficie. I pianeti terrestri nella zona abitabile, quindi, sono gli oggetti più interessanti per la ricerca di ambienti abitabili e abitati al di fuori del Sistema Solare.

 

Diversi motivi spingono gli astronomi impegnati nella ricerca di pianeti di tipo terrestre a preferire stelle di classe spettrale M rispetto a stelle più massicce. Ad esempio, la massa più piccola di queste stelle rispetto alle stelle di tipo solare fa sì che le oscillazioni di una stella durante l’orbita dei suoi pianeti siano più facilmente misurabili con la tecnica delle velocità radiali (una tecnica spettroscopica che mira a misurare le oscillazioni della stella attorno al centro di massa comune con il proprio sistema planetario attraverso misure di effetto Doppler). Inoltre, la minore luminosità sposta la zona abitabile a distanze minori dalla stella, e questo contribuisce a produrre oscillazioni ancora più facilmente misurabili. Infine, le stelle di classe spettrale M sono le più numerose nella Galassia, offrendo il campione più ricco di potenziali obiettivi rispetto alle stelle di altre classi spettrali.

 

Non sorprende, quindi, che esistano programmi osservativi specifici focalizzati su stelle di classe spettrale M, come i programmi realizzati con gli spettrografi ESPRESSO, installato al Very Large Telescope dell’European Southern Observatory e in grado di misurare segnali di velocità radiale fino a 10 cm al secondo, e CARMENES, montato al telescopio del Centro Astronomico Hispano Aleman e in grado di osservare contemporaneamente sia in banda ottica che infrarossa (una strategia particolarmente efficace per isolare i segnali di velocità radiale legati alla presenza di un pianeta da quelli legati all’attività magnetica delle stelle). Il team guidato dall’astronomo A. Suárez Mascareño (Istituto de Astrofisica de Canarias) ha analizzato lunghe serie temporale di osservazioni della stella di classe spettrale M5.5V (a circa 16 anni luce da noi) denominata GJ1002, costituite da 53 osservazioni ESPRESSO effettuate da gennaio 2019 a dicembre 2021 e 86 osservazioni CARMENES effettuate dal 2017 al 2019, riuscendo a isolare il segnale dovuto a due pianeti. Dall’analisi delle osservazioni è emerso che i due pianeti hanno una massa pari a 1.08 e 1.36 volte quella terrestre e un periodo orbitale di 10.3 e 20.2 giorni, rispettivamente. Questi valori collocano i due pianeti all’interno della zona abitabile di GJ1002, a una distanza tale da poter ospitare acqua allo stato liquido in superficie. Come indicato dagli autori della ricerca descritta nell’articolo intitolato “Two temperate Earth-mass planets orbiting the nearby star GJ1002“, recentemente pubblicato sulla rivista Astronomy & Astrophysics, questi pianeti sono oggetti di grande interesse per future osservazioni con telescopi di nuova generazione, come l’Extreme Large Telescope, al fine di comprendere l’effettiva abitabilità dei due pianeti. Alla ricerca hanno partecipato anche le astrofisiche G. Micela e S. Benatti dell’INAF – Osservatorio Astronomico di Palermo.

 

L’immagine mostra la posizione dei due pianeti nella fascia di abitabilità di GJ1002, distinguendo tra regioni popolate da “mondi secchi” e “mondi umidi”, secondo le definizioni presentate da studi precedenti. Nella regione rossa e in quella blu, rispettivamente, le temperature superficiali sono troppo alte e troppo basse per poter ospitare acqua allo stato liquido. [Clicca qui per visualizzare l’immagine completa.]