RectoVerso – Segreti in controluce

Non so se qualcuno di voi si sia mai trovato ad osservare attentamente un foglio di carta antica. Ricordo benissimo la prima volta in cui  l’ho fatto io, e da allora nessun foglio antico passa tra le mie mani senza essere scrupolosamente osservato in controluce! Se vi state chiedendo perché, osservate bene le foto che seguono. Sono documenti dell’archivio storico dell’Osservatorio di varia natura, datati tra la fine del XVIII e l’inizio del XIX secolo.

 

 

Guardandoli così non si nota niente di particolare. Ma se si osservano su un tavolo luminoso…

 

Magia? Assolutamente no! Quelle che state osservando sono le “impronte” lasciate dal telaio durante la fase di formazione del foglio di carta! Bisogna, seppur brevemente, spiegare come avveniva questo processo: dal XII al XIX secolo la carta europea è stata prodotta a mano a partire da stracci, macerati e sfilacciati per ottenere una polpa, che veniva ulteriormente diluita in acqua dentro un tino; da questo recipiente il cartaio “pescava” il foglio, con l’ausilio di un telaio composto da una cornice in legno e da una rete di sottili fili di bronzo, distanziati di pochi millimetri e tenuti insieme da catenelle. E’ proprio questa trama metallica a lasciare il segno sul foglio: in controluce sono visibili le fitte righe orizzontali, chiamate vergelle, e quelle verticali, dette filoni. Inoltre, i cartai contrassegnavano la propria produzione con un disegno, la filigrana, e con il loro nome o quello della cartiera, la cosiddetta contromarca, anch’essi cuciti sulla trama metallica del telaio (vedi foto). La presenza di questi elementi permette quindi di conoscere e distinguere la cartiera in cui la carta è stata prodotta e, di conseguenza, l’epoca e l’area di produzione.

Le filigrane, in particolare, sono un interessantissimo oggetto di studio e la maggior parte di esse sono state classificate e catalogate in repertori, che contano decine di migliaia di esemplari, oggi a disposizione degli studiosi. E’ in questi che ho trovato informazioni su alcune delle filigrane presenti sulle nostre carte, anche se ognuna di esse meriterebbe una ricerca più approfondita. Tra tutte, vi segnalo quella di produzione siciliana: è la Trinacria visibile su una carta prodotta, come ci dice la contromarca, nella cartiera castelbuonese del Barone Turrisi, una delle pochissime attive in Sicilia all’inizio dell’800.

Particolare della filigrana della Cartiera Turrisi, inaugurata a Castelbuono nel 1823.

 

Giada Genua

 

Tutte le immagini sono di proprietà dell’INAF-Osservatorio Astronomico

 

RectoVerso – l’archivio degli astronomi visto da vicino