RectoVerso – Aurore inaspettate

Del patrimonio dell’Archivio Storico dell’Osservatorio di Palermo fanno parte anche dei bellissimi acquerelli. Accanto a disegni di corone solari e di fenomeni comuni come le eclissi, troviamo però qualcosa di davvero inaspettato per le nostre latitudini: aurore boreali osservate in Sicilia! 

I tre acquerelli che raffigurano l’aurora boreale facevano parte di una serie di sei disegni realizzati dal signor Montemagno di Caltagirone e inviati all’Osservatorio di Palermo; rappresentano alcune fasi dell’aurora osservata da Caltagirone nelle notti del 24 e 25 Ottobre del 1870. Nelle stesse date l’aurora fu visibile anche da Palermo ed è Gaetano Cacciatore, a quel tempo direttore dell’Osservatorio di Palermo, a raccontarci in prima persona di questa splendida visione: “Una gran massa di luce ignea rossastra in forma quasi globulare appariva al di sopra e staccata da Monte Pellegrino, che giusto s’eleva nella direzione del Polo. (…) L’intensità fu massima verso le ore 7:19 ed il cielo allora sembrò un mare di fuoco con fiamme continuamente agitate.

Acquerello raffigurante una fase dell’aurora boreale osservata a Caltagirone il 24 e 25 ottobre 1870 (tav. III)

Allora furon visti dall’uno e dall’altro lato e spesso dal mezzo elevarsi altezze enormi di colonne d’una luce bianca giallognola, e varia di continuo di posizione e forme, or tramutandosi in fasci di grandi dimensioni, ora in getti luminosi e vivaci (…) Le notevoli apparenze che presentò questo fenomeno ben raro a manifestarsi nelle nostre regioni, ci diè chiaro sin d’allora a vedere che l’aurora, di cui eravamo osservatori, dovette annoverarsi tra le più brillanti e le più splendide che fossero state vedute e le notizie posteriormente ricevute d’oltremare non han fatto che confermare le nostre congetture” (da Bullettino Meteorologico del Real Osservatorio di Palermo, n.10 – Vol- VI, Ottobre 1870).

Acquerello raffigurante una fase dell’aurora boreale osservata a Caltagirone il 24 e 25 ottobre 1870 (tav. IIII)

In realtà allora non si trattava di un evento isolato: le aurore boreali erano più diffuse di quanto immaginiamo oggi e il basso inquinamento luminoso permetteva di osservare questi fenomeni anche a latitudini molto basse, come la nostra. Nel corso del XVII e del XIX secolo fu possibile assistere molte volte al fenomeno, non solo in Sicilia ma anche in tutta Italia. Nello stesso 1870 l’aurora boreale gettò nel panico la popolazione di Licata, tanto da spingere il sindaco del paese a scrivere un telegramma al prefetto di Agrigento, informandolo su quanto fosse sconvolta la popolazione.

 

Acquerello raffigurante una fase dell’aurora boreale osservata a Caltagirone il 24 e 25 ottobre 1870 (tav. V)

Anche il 1872 fu un anno molto ricco di aurore boreali: fu particolarmente spettacolare quella del 4 Febbraio, visibile dal Piemonte alla Sicilia. La stessa a Roma ebbe uno spettatore d’eccezione: Padre Angelo Secchi, pioniere dell’astrofisica, legato per molte vicende a Palermo ed al suo Osservatorio Astronomico. La figura di Padre Angelo Secchi, di cui ricorre il bicentenario della nascita proprio quest’anno, è molto particolare: era un gesuita e insieme un astronomo, condizione che gli generò numerosi problemi, soprattutto di tipo politico: venne osteggiato dalla comunità ecclesiastica, che non accettava il suo essere progressista, ma fu mal visto anche da una parte della comunità scientifica, fortemente anti-clericale. Aveva dunque molti nemici e il racconto che Secchi fa delle sue osservazioni di quest’aurora riflette la realtà in cui viveva. Persino durante l’aurora boreale, infatti, venne disturbato da uno di essi, infervorato da passioni politiche. In una lettera inviata a Padre Denza il 7 Febbraio dello stesso anno infatti Secchi racconta: “L’altra sera, durante l’aurora, un briccone da una delle logge vicine gridava a squarciagola (…): – Ah Secchi, ah Secchi! Guarda l’aurora boreale. E’ la commune di Parigi che viene. Roma dovrà avere la commune! -“2. Questo episodio conferma  anche la valenza simbolica che la popolazione attribuiva a questi eventi naturali. 

 

Con questo articolo si conclude il mio piccolo viaggio tra i segreti del nostro Archivio Storico. Spero che sia stato piacevole scoprire piccole chicche e curiosità di un patrimonio ricchissimo, che merita di essere valorizzato e conosciuto. E chissà che questo non sia solo un arrivederci!

 

Giada Genua

 

1. Da: http://www.licatainrete.it/24-ottobre-1870-aurora-boreale-a-licata/

2. Da: Fulvio Romano, Burrasche, comete e stelle cadenti. Meteorologia e astronomia nell’800 piemontese, StreetLib 2017.

 

 

Tutte le immagini sono di proprietà dell’INAF-Osservatorio Astronomico 

 

 

RectoVerso – l’archivio degli astronomi visto da vicino