Non est errantibus error

Che emozione tornare a scrivere su RectoVerso! E quale miglior momento per farlo se non questi giorni di reclusione forzata per tutti noi? Spero sia anche un bel modo per tenervi compagnia. Iniziamo parlando un po’ di quello che sto facendo in questo periodo in Osservatorio.

Da Ottobre mi sto occupando della conservazione del Fondo Piazzi, il nucleo originario della biblioteca antica (per saperne di più: http://www.astropa.inaf.it/biblioteca/origini-e-collezioni/ e http://www.astropa.inaf.it/piazzi/). Il mio lavoro è iniziato con il censimento conservativo delle monografie del fondo, per capirne lo stato di conservazione e programmarne gli interventi di stabilizzazione e di ricondizionamento. Durante il censimento ho avuto dunque modo di guardare attentamente tutti i libri che furono di Giuseppe Piazzi e ovviamente ho trovato cose interessantissime, che non vedo l’ora di condividere!

Voglio dedicare questo primo post proprio a Giuseppe Piazzi e al modo che aveva di “etichettare” i suoi libri. Forse molti di voi non hanno mai sentito parlare di ex libris, ma si tratta in realtà di un modo molto comune in passato per indicare il possessore dei libri di una biblioteca privata. L’ex libris, infatti, è una vera e propria etichetta, che si incollava sul contropiatto del libro o sul frontespizio, e riportava comunemente il nome del possessore, il suo motto e un’immagine che in qualche modo lo rappresentava. Va da sé che era una cosa molto personale, si faceva disegnare ad un incisore e poi si faceva stampare in più copie, per applicarne una su ogni libro. Pensate che il primo ex libris a stampa della storia, certamente datato, fu realizzato da Albrecht Dürer per lo studioso e collezionista Hieronymus Ebner, nel 1516.

L’ex libris di Giuseppe Piazzi

Al centro dell’ex libris di Piazzi campeggia una sfera armillare, contornata dal suo nome e dal suo motto “Non est errantibus error”. Mi sono un po’ scervellata sulla sua traduzione. Letteralmente potrebbe significare “Per chi sbaglia non c’è errore”, una frase molto in linea con la personalità di Piazzi, studioso scrupoloso e sempre pronto a mettersi in dubbio, fidandosi più della scienza che di se stesso. Infatti fu proprio il suo modo di lavorare, certosino e ripetitivo, a portarlo alla scoperta di Cerere, il primo asteroide della storia; tuttavia, considerando un’accezione astronomica si potrebbe tradurre anche “in ciò che si muove, non c’è movimento”, in riferimento alle stelle che sembrano muoversi ma in realtà sono ferme. Infine, cercando sul vocabolario mi sono accorta che “error” al plurale ha un significato astronomico specifico, e cioè “astri, pianeti, stelle”; se si considera quest’ultimo la frase si può interpretare anche come “Non c’è errore negli astri”, una traduzione comunque interessante. Insomma, il nostro Piazzi ha scelto un bel gioco di parole!

L’ex libris non si limita ad essere un’etichetta dunque, ma racconta qualcosa del possessore del libro. Osservandolo, anche chi non conosce la storia di Piazzi ne intuisce immediatamente la dedizione per l’astronomia. Bello, vero? Mi ha spinto a pensare a cosa vorrei rappresentare sul mio e a quale sarebbe il mio motto. E il vostro?

Giada Genua

 

Tutte le immagini sono di proprietà dell’INAF-Osservatorio Astronomico 

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