Scoperta una nuova supernova: l’immagine prodotta dal nostro C14

C’è un po’ di Palermo nella nuova supernova scoperta la notte del 21 Gennaio 2022. È palermitano, infatti, lo scopritore Salvatore Massaro, astronomo non professionista del Robotic Telescope Science Group che, insieme a Franco Cappiello, l’ha individuata nella galassia NGC 5117 distante circa 114 milioni di anni luce, usando il telescopio della Stazione Astronomica “G. Bruno” a Brallo di Pergola, in provincia di Pavia. La supernova è stata subito segnalata al nostro direttore Fabrizio Bocchino che ha contattato la ricercatrice Lina Tomasella dell’INAF Osservatorio Astronomico di Padova per svolgere la necessaria classificazione tramite un’osservazione spettroscopica. La ricercatrice ha, dunque, attivato la rete di follow-up e già la sera successiva lo spettro della stella veniva osservato con lo spettrografo a bassa risoluzione del telescopio Galileo di Asiago grazie alla collaborazione di Paolo Ochner, Stefano Benetti, Claudio Balcon e Vittorio Andreoli, giungendo così alla prima e definitiva classificazione come un supernova di tipo II a collasso nucleare. Seguendo le regole internazionali di nomenclatura il nome che le è stato assegnato è SN 2022abq.

L’immagine mostra nella banda ottica la galassia NGC 5117 prima (a sinistra) e dopo l’esplosione di SN 2022abq (a destra). A sinistra, l’immagine è della Digital Sky Survey, mentre a destra la supernova, di magnitudine 16.8 in quel momento, è stata ripresa da Fabrizio Bocchino con il telescopio C14 di INAF-OAPa il 23 Gennaio 2022, a meno di 48 ore dall’esplosione.

 

Le supernova di tipo II rappresentano la fase finale dell’evoluzione di una stella con una massa maggiore di 8 masse solari. La drammatica esplosione che segna la fine del combustibile nucleare renderà la supernova molto brillante tanto quanto tutta la galassia che la ospita e per un po’ di tempo sarà possibile individuarla anche alle enormi distanze cosmologiche delle galassie lontane. Durante questi concitati attimi vengono prodotti svariati elementi chimici come nichel, ferro, ossigeno, molti dei quali necessari per lo sviluppo della vita così come la conosciamo. Seguire l’evoluzione delle supernove fin dai primissimi istanti della loro esplosione è di fondamentale importanza; le osservazioni ci danno, infatti, importanti dettagli sia sulla stella progenitrice sia sul mezzo circumstellare costituito dal materiale espulso prima dell’esplosione.

 

Esistono diversi progetti mirati al monitoraggio delle galassie e alla scoperta di nuove supernove. Alcuni di questi coinvolgono reti di astronomi non professionisti che collaborano con enti di ricerca, come è avvenuto in questo caso.

È stato stimato che il tasso di esplosioni di supernove di tipo II sia di una ogni poche decine di anni, e lo studio dei resti di supernova indica che una delle ultime esplosioni  nella nostra galassia è avvenuta verso il 1680.

Per questo motivo, l’esplosione di una supernova nella galassia è uno degli eventi più attesi da tutti gli astrofisici. Il gruppo SNR@OAPa dell’Osservatorio Astronomico di Palermo studia le supernove e la loro evoluzione in resti di supernova tramite sofisticati modelli numerici e osservazioni nella banda radio, ottica, X e gamma, che fra gli altri ha  recentemente portato alla pubblicazione di un lavoro sulla possibile esistenza di una stella di neutroni prodotta nell’esplosione della SN 1987A nella Nube di Magellano – guarda il servizio su Media Inaf.