Un supertelescopio per un superammasso. JWST svela i segreti di Westerlund 1

Le regioni di formazione stellare possono differire notevolmente tra loro, in particolare per quanto riguarda la popolazione di stelle massicce (con masse superiori a circa 10 masse solari) e la densità stellare (intesa come il numero di stelle per unità di volume). Questi aspetti possono variare drasticamente da una regione all’altra. Tali differenze sono estremamente importanti, poiché le stelle massicce creano ambienti dominati da radiazioni ad alta energia e particelle relativistiche, mentre la densità stellare influisce sull’importanza delle interazioni gravitazionali tra le stelle della stessa regione. Questi parametri hanno un impatto significativo sul processo di formazione di stelle e pianeti.

 

Grazie a strumenti all’avanguardia come il James Webb Space Telescope (JWST), gli astronomi possono oggi studiare i processi di formazione stellare e planetaria negli ambienti più energetici della Via Lattea: i superammassi stellari. Queste rare regioni, situate a grandi distanze da noi, sono oscurate da dense nubi di materiale interstellare e si trovano in campi stellari molto affollati. Nonostante queste difficoltà, i superammassi rappresentano un’occasione unica per approfondire la nostra comprensione dei processi di formazione stellare e planetaria, oltre che delle prime fasi dell’evoluzione stellare.

 

Il progetto EWOCS (Extended Westerlund 1 and 2 Open Clusters Survey), guidato dall’astrofisico M. G. Guarcello dell’INAF – Osservatorio Astronomico di Palermo, si propone di studiare i due superammassi stellari Westerlund 1 e Westerlund 2. Il primo è l’ammasso stellare giovane più massiccio conosciuto nella Via Lattea, caratterizzato da una popolazione di stelle di grande massa unica nel suo genere. Westerlund 2, invece, è meno massiccio ma più giovane. Il confronto tra i due ammassi consente quindi di esplorare i tempi caratteristici dei processi attraverso cui questi ambienti estremi influenzano la formazione stellare e planetaria.

 

L’articolo “EWOCS-III: JWST observations of the supermassive star cluster Westerlund 1”, il terzo della serie EWOCS e recentemente pubblicato su Astronomy & Astrophysics, presenta le osservazioni di Westerlund 1 effettuate con JWST utilizzando gli strumenti NIRCam e MIRI. Le spettacolari immagini riportate nello studio evidenziano alcune delle caratteristiche uniche di Westerlund 1. Le osservazioni di NIRCam mettono in risalto sia le stelle massicce che le centinaia di migliaia di stelle di piccola massa dell’ammasso, incluse le “nane brune”, le stelle più piccole che posso esistere, fornendo dati di inestimabile valore per comprendere l’influenza di questi ambienti sui prodotti del processo di formazione stellare. Le immagini ottenute con MIRI, invece, rivelano sorprendenti nebulosità nell’ammasso, nella regione circostante e attorno alle stelle massicce più evolute. Tali osservazioni mostrano le complesse interazioni tra i venti generati dalle molte stelle massicce di Westerlund 1 nelle loro fasi evolutive finali e il loro impatto sull’ambiente circostante.

 

Allo studio hanno partecipato anche gli astronomi V. Almendros Abad, R. Bonito, F. Damiani, L. Prisinzano e S. Sciortino dell’INAF – Osservatorio Astronomico di Palermo, e C. Argiroffi dell’Università degli Studi di Palermo, insieme a un team internazionale di ricercatori.

 

La figura di copertina (cliccare qui per visualizzarla) mostra le immagini di Westerlund 1 ottenute con NIRCam (a sinistra) e MIRI (a destra).

 

 

Mario Giuseppe Guarcello 

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