RectoVerso – Caratteri mobili

Con la tecnologia oggi a nostra disposizione, la stampa a caratteri mobili di Gutenberg sembra anni luce lontana da noi. Eppure, appena 150 anni fa era ancora questa la tecnica di stampa più comune e più utilizzata. A questo proposito, tra i documenti dell’archivio storico ce n’è uno davvero particolare: una bozza di stampa del progetto di riordinamento degli studi metereologici in Italia di Gaetano Cacciatore, stampata a Palermo presso lo stabilimento tipografico Lao nel 1875.

Bozza di stampa del progetto di riordinamento degli studi metereologici in Italia, G. Cacciatore, 1875 (cart. 83, fasc. 11)

Le bozze non sono tipologie di documenti molto comuni ed esaminarla ci dà l’occasione di osservare come avveniva il processo di stampa e quali erano le fasi che avrebbero portato il libro ad acquisire la sua forma finale.

La prima parte del processo di stampa prevedeva la composizione della forma tipografica. La formazione delle righe avveniva su uno strumento, chiamato compositoio, sul quale il compositore allineava i caratteri necessari per comporre le parole, spaziandole con i cosiddetti bianchi tipografici. Ogni riga veniva poi disposta su un apposito piano, chiamato vantaggio, dove si impostava la pagina che, una volta pronta, veniva stretta da fili di spago. Ma non si stampava una pagina alla volta! Con lo stesso procedimento si componevano le pagine successive fino a completare l’intera forma tipografica, che poteva contenere un numero di pagine variabile. Nel caso della nostra bozza, la forma tipografica era composta da otto pagine che, piegate, avrebbero poi formato un fascicolo del futuro e definitivo libro.

La bozza di stampa mostra il foglio ancora con i margini intonsi (cart. 83, fasc. 11)

La stampa delle bozze era necessaria per controllare che non vi fossero errori di composizione del testo, ed era affidato al correttore di bozze il ruolo di segnalare le eventuali modifiche da apportare. La bozza spesso passava anche per le mani dell’autore, consentendogli di apportare ulteriori modifiche ed è questo il caso del nostro documento, in cui ai margini dei fogli sono presenti le annotazioni e le correzioni di Gaetano Cacciatore. E’ curioso che non sia stato buttato via, come avveniva generalmente. Le bozze venivano “tirate” su carta di scarsa qualità e non gli veniva dedicata la stessa cura del libro definitivo. Ma proprio per questo costituiscono un’affascinante testimonianza del lavoro del tipografo, le cui impronte sporche d’inchiostro spesso rimanevano sulla loro superficie.

 

Giada Genua

 

Le correzioni a margine della bozza (cart. 83, fasc. 11)

 

 

Tutte le immagini sono di proprietà dell’INAF-Osservatorio Astronomico

RectoVerso – l’archivio degli astronomi visto da vicino