Loghi ante litteram

Oggi riconosciamo subito la casa editrice di un libro dal logo presente sul dorso e sul frontespizio del libro.

Nei primi secoli della stampa, quindi dal XV al XVI secolo, i tipografi utilizzavano allo stesso scopo qualcosa che è poi gradualmente scomparso e che si può dire costituì il primo esempio storico di logo pubblicitario: la marca tipografica. Volendo continuare il paragone con i loghi delle case editrici di oggi, sarebbe più corretto dire che essi sono il corrispettivo delle marche editoriali, nate solo successivamente a quelle tipografiche, seguendo lo sviluppo e a tratti la trasformazione della tipografia in editoria. Ma concentriamoci sulle marche tipografiche! Dunque, una marca tipografica altro non era che un “marchio di fabbrica”, che contraddistingueva e autenticava il tipografo, ed era costituita da un’immagine, spesso accompagnata da un motto, che il tipografo sceglieva accuratamente (un po’ come gli ex libris, ricordate?). La marca tipografica veniva stampata generalmente sul frontespizio, a eccezione dei primi esemplari, dove era posta alla fine al libro, insieme al colophon.

Non si può parlare di marche tipografiche senza citare la più famosa in assoluto nella storia della stampa, quella di Aldo Manuzio, considerato da molti il più grande tipografo ed editore di tutti i tempi, la cui marca raffigura un’ancora e un delfino intrecciati. La sua stamperia, a Venezia, a partire dal 1493 fu molto attiva nel pubblicare soprattutto classici latini e greci.

La marca tipografica di Aldo Manuzio, utilizzata dal figlio Paolo, sul frontespizio del “Liber de analemmate” di Tolomeo, stampato a Roma nel 1562.

Nel fondo Piazzi abbiamo un libro stampato dal figlio terzogenito di Aldo, Paolo, che raccoglie l’eredità paterna e fonda una stamperia a Roma nel 1561; il libro di Tolomeo che abbiamo in biblioteca è stato stampato appena un anno dopo l’apertura della tipografia romana e sul frontespizio presenta la celebre marca tipografica, con la specifica che ad utilizzarla è “il figlio di Aldo”. L’importanza storica di questa marca è grandissima, perché essa rappresenta le caratteristiche della stampa di quello che è considerato il primo vero editore della storia: l’ancora simboleggia l’affidabilità, mentre il delfino la velocità d’esecuzione e l’agilità; si tratta della trasposizione in immagine del motto aldino Festina lente, cioè “affrettati lentamente”.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

La marca tipografica di Lucantonio Giunti, stampata sul frontespizio del libro di Tolomeo, Almagestum, stampato a Venezia nel 1528

 

Su un libro del fondo Piazzi, stampato a Venezia nel 1528, ne troviamo un’altra particolarmente iconica, quella di Lucantonio Giunti, pioniere della stampa italiana e capostipite di una famiglia di tipografi ed editori, tra i primi a praticare il commercio dei libri su scala internazionale. La sua marca tipografica, stampata in rosso, trae ispirazione dall’araldica ed è un giglio fiorentino, simbolo della città d’origine della famiglia, con le sue iniziali, L. A.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Tra le marche tipografiche seicentesche troviamo quella palermitana di Cirillo, tipografo attivo in città dal 1650, che raffigura una fenice che risorge dalle fiamme volgendo lo sguardo al sole, con il motto Semper Eadem.

La marca tipografica di Cirillo, sul frontespizio del libro Canonum ac tabellarum astronomicarum series (…), stampato a Palermo nel 1656

 

Nel corso dei secoli successivi l’utilizzo della marca tipografica gradualmente scemò, cambiando il suo significato da marchio identificativo e segno di autenticazione ad elemento decorativo e artistico.

 

Giada Genua

 

Tutte le immagini sono di proprietà dell’INAF-Osservatorio Astronomico 

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