RectoVerso – Inchiostri pericolosi

Uno dei danni più caratteristici riscontrati sui documenti antichi è la perforazione del supporto scrittorio dovuta alla non sempre perfetta preparazione di un particolare tipo di inchiostri, antichissimi ed utilizzati per molti secoli: i cosiddetti inchiostri ferro gallici. Questo degrado è facilmente distinguibile perché circoscritto alle sole zone inchiostrate (Fig.1). Purtroppo anche all’interno dell’archivio storico dell’Osservatorio sono presenti documenti che mostrano questo assai comune danno, tra cui alcuni dei più antichi manoscritti di Piazzi, per fortuna non nella forma più grave. Il deterioramento dovuto agli inchiostri ferro gallici si innesca per diversi fattori, quali le condizioni di conservazione, la qualità dell’inchiostro e l’eventuale presenza di altri metalli al suo interno – in particolare il rame -, la quantità di inchiostro e lo spessore del materiale su cui è applicato.

L’inchiostro ferro gallico, di cui esistono numerose ricette diverse per luogo ed epoca di produzione, viene creato a partire da quattro fondamentali elementi: tannini, sali di ferro, un solvente e un legante. I tannini, che sono complesse molecole organiche, vengono estratti dalle noci di galla, escrescenze sferiche presenti su alberi di quercia. Dai tannini, tramite un processo di idrolisi si forma l’acido gallico, componente essenziale nella reazione con i sali di ferro che dà vita al complesso di piro-gallato ferrico, che è  il responsabile del colore e della stabilità dell’inchiostro. L’inchiostro ferro gallico, ad alto grado di acidità, presenta ioni di ferro solubili e mobili, che agiscono come catalizzatori di reazioni di ossidazione della cellulosa. La corrosione è il risultato di due differenti processi di degradazione del supporto, che interagiscono e si alimentano a vicenda: l’idrolisi acida e l’ossidazione, catalizzata dagli ioni Fe2+.  La prima causa gli aloni bruni attorno alle zone inchiostrate (Fig. 2), solitamente ben visibili sulla carta, la seconda la vera e propria perdita del supporto.

Il degrado attraversa fasi successive: imbrunimento, formazione di rotture in corrispondenza dell’inchiostro (Fig.3) ed infine perdita del supporto (Fig.4).

È importante sottolineare che entrambe le reazioni non è scontato che avvengano, pur essendo fortemente influenzate dai fattori sopra citati.

Considerando che una delle cause più importanti di questa tipologia di danni è proprio la condizione ambientale di conservazione dei documenti, in particolare l’umidità relativa, è importante monitorarla e cercare di mantenerla costante ed entro gli standard consigliati. Proprio per questo da qualche mese è in corso il monitoraggio degli ambienti di conservazione dell’archivio storico, che ci fornirà un quadro completo dell’andamento annuale di temperatura ed umidità relativa, anche in base all’uso dell’impianto di condizionamento. Grazie ai risultati del monitoraggio le condizioni di conservazione potranno essere controllate ed eventualmente migliorate.

Giada Genua

 

 

 

Tutte le immagini sono di proprietà dell’INAF-Osservatorio Astronomico 

 

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