Calendar

Mag
3
ven
Visita Liceo Basile PNLS Astronomia
Mag 3@15:00–18:30
Mag
8
mer
Riunione PRIN 2022 operativa
Mag 8@11:30–13:30
Seminario: Andrea Bonfanti (Austrian Academy of Sciences, Graz, Austria)
Mag 8@15:00–16:30

Speaker: Andrea Bonfanti (Austrian Academy of Sciences, Graz, Austria)
Title: Insights into the M-dwarf radius and density valley
Abstract
M dwarfs are quite attractive in the domain of exoplanetology: Because of their low mass and small
radius, it is easier to detect low-mass planets with the transit method and the radial velocity (RV)
technique. In addition, it is more likely that the hosted planets are within the so-called habitable
zone (HZ). In fact, the HZ around M dwarfs is located closer to the host star than in stars of earlier
spectral type, and it is well known that both the transit method and the RV technique preferentially
detect close-in planets.
The first part of my talk will focus on the case of TOI-732, an M dwarf orbited by an ultra-short
period super-Earth and an outer mini-Neptune likely rich in volatiles. I will specifically show you
the full characterisation of the system with the determination of the stellar parameters followed by a
MCMC joint analysis of ground- and space-based lightcurves and RV time series. In particular, the
analysed dataset contain CHEOPS, TESS, and MAROON-X observations, among others.
TOI-732 is an interesting system also because its planets are located on the two opposite sides of
the so called radius valley. The nature of the radius valley has been deeply investigated in the
literature by mainly focusing on FGK stars, while only a few works specifically drew attention to
low-mass stars. These considerations open the second part of my talk, where I will compare both
evolution and formation mechanisms in shaping the M-dwarf radius valley. By complementing the
results of TOI-732 with literature data of well characterised M-dwarf exoplanets, I will explore the
topology of both the radius and the density valleys using a support vector machine procedure. I will
show you that the formation likely shapes the radius and density gaps more strongly than the
evolution mechanisms.

Mag
10
ven
Visita Liceo Basile PNLS Ottica
Mag 10@15:00–18:30
Mag
14
mar
Seminario: Dominique Meyer (Institute of Space Sciences ICE, CSIC, Campus UAB, Barcelona, Spain)
Mag 14@15:00–16:30

Speaker Dominique Meyer (Institute of Space Sciences ICE, CSIC, Campus UAB, Barcelona, Spain)

Titolo: TBA

Abstract: TBA

Mag
16
gio
Seminario: F. Mirabello (INAF)
Mag 16@15:00–16:30

Speaker: F. Mirabello  (INAF)
Titolo: Il Cerchio di Ramsden, un prodigio tecnologico
Abstract:  IL CERCHIO DI RAMSDEN, UN PRODIGIO TECNOLOGICO 

Più di 30 anni fa, Paolo Brenni (1954-2021), esperto di strumentazione scientifica di fama internazionale, si recava a Palermo presso l’Osservatorio Astronomico “G. S. Vaiana” per valutare lo stato conservativo del più importante strumento storico dell’Osservatorio, il cerchio astronomico altazimutale realizzato dal costruttore londinese Jesse Ramsden (1735-1800), e gestirne la spedizione a Firenze per un intervento di restauro presso la Fondazione Scienza e Tecnica. Il relatore ha avuto l’onore di collaborare con Brenni in quella circostanza e con questo articolo vuole rendergli un meritato tributo. Presso la Fondazione fiorentina, sotto la supervisione di Brenni, lo strumento fu smontato e ogni parte revisionata e pulita, preservando, ove presente, la lacca protettiva originaria. I due cerchi che costituiscono le parti più complesse dello strumento, ovvero il grande cerchio verticale e il cerchio orizzontale, non furono disassemblati: Brenni, infatti, non ritenne necessario effettuare questo tipo di intervento, sostenendo che scomporre un manufatto assemblato con grande lavoro di aggiustaggio manuale potesse provocare danni irreversibili allo strumento. Nel 1992, lo strumento, tornato a Palermo, fu collocato nella sua sede originaria presso l’Osservatorio Astronomico.

Con questo strumento, padre Giuseppe Piazzi (1746-1826), fondatore e primo direttore dell’Osservatorio Astronomico di Palermo, scoprì nel 1801 il primo asteroide, Cerere Ferdinandea, e svolse le osservazioni per le due edizioni del suo famoso catalogo stellare (pubblicate nel 1803 e nel 1814). Piazzi considerava il cerchio di Ramsden un capolavoro della tecnica. Ancora oggi, dopo più di due secoli, il talento di un costruttore come Ramsden stupisce chiunque. Egli seppe infatti realizzare, con gli strumenti dell’epoca, uno strumento genialmente progettato, inserendo un telescopio in una scala circolare per ottenere una maggiore precisione nelle misurazioni della posizione delle stelle.

In questo seminario verranno presentati dettagli inediti relativi alla tecnica costruttiva, soluzioni che ancora oggi, a distanza di secoli, squarciano l’alone del tempo e rivelano la genialità di Ramsden. Considerando le conoscenze tecnologiche dell’epoca, la sua costruzione fu davvero impegnativa (Ramsden stesso la definì “titanica”).

Interpretando gli indizi presenti sul Cerchio e ripercorrendo la storia della tecnologia del XVIII secolo con i suoi illustri protagonisti, verranno presentati i risultati di un lungo (e ancora non concluso) studio, frutto di ricerche, passione e competenze tecniche del relatore, che cerca di chiarire come Ramsden sia riuscito nella costruzione di uno strumento unico nel suo genere e che ha fornito importanti contributi allo sviluppo dell’astronomia.

Set
12
gio
Seminario: Ileana Chinnici (INAF)
Set 12@15:00–16:30

Speaker: Ileana Chinnici (INAF)
Titolo: Warning from Mars: il restauro del globo di Marte del Museo della Specola
Abstract: TBD

Ott
23
mer
Seminario: Ileana Chinnici (INAF)
Ott 23@15:00–16:30

Speaker: Ileana Chinnici
Titolo: Conservazione preventiva delle collezioni del Museo: primi risultati del progetto SpecoLab
Abstract: TBD