Wd1-9, una giovane stella di Wolf-Rayet dietro una fitta nube di polveri. L’articolo: “EWOCS-IV: 1Ms ACIS Chandra observation of the supergiant B[e] star Wd1-9” di K. Anastasopoulou (INAF – OAPA) pubblicato su A&A

L’analisi di una lunga osservazione ai raggi X rivela la natura della misteriosa stella Wd1-9: un sistema binario contenente una stella evoluta di recente nella fase di Wolf-Rayet, dopo aver espulso gli strati esterni della sua atmosfera, accresciuti sulla stella compagna.

 

Tra le almeno cento miliardi di stelle ospitate dalla nostra Galassia, ne esistono alcune, rarissime, che da sole possono insegnarci moltissimo sull’evoluzione stellare e su complessi processi fisici che altrimenti sarebbe impossibile studiare o testare. È certamente il caso delle stelle di grande massa osservate in fasi transitorie della loro evoluzione, tra gli oggetti più preziosi della fisica stellare.

Le stelle massicce sono infatti rare rispetto alle stelle di massa piccola o intermedia. Inoltre, la loro vita è estremamente breve, solo pochi milioni di anni, il che rende le loro fasi evolutive intermedie o transitorie particolarmente difficili da osservare.

 

Una classe esemplare di questi oggetti sono le supergiganti B[e] (sgB[e]), una categoria enigmatica di stelle massive caratterizzate da intensa emissione in righe di idrogeno ed elementi ionizzati ed una forte emissione infrarossa, indice della presenza di dense nubi circumstellari ricche di polvere

Ad oggi, nella Via Lattea si conoscono soltanto dodici stelle appartenenti a questa classe, e tra queste solo due risultano essere associate a un ammasso stellare, una proprietà cruciale per determinarne l’età, fondamentale per studi evolutivi: MWC 137 in Sh2-266 e Wd1-9 nel superammasso stellare Westerlund 1.

 

L’astrofisica Konstantina Anastasopoulou (INAF – Osservatorio Astronomico di Palermo) ha guidato un nuovo studio dedicato a Wd1-9, basato su una lunga osservazione in raggi X del satellite Chandra della NASA, condotta nell’ambito del progetto EWOCS (Extended Westerlund 1 and 2 Open Clusters Survey), guidato da M. G. Guarcello (INAF-OAPA), che ha come obiettivo lo studio della formazione stellare e planetaria e delle prime fasi evolutive stellari nei superammassi stellari.

Lo studio ha permesso di svelare diversi segreti di questa misteriosa stella. L’analisi delle osservazioni Chandra ha infatti rivelato una periodicità di circa 14 giorni nell’intensità dell’emissione di raggi X, che gli autori interpretano come il risultato di una modulazione orbitale in un sistema binario stretto (due stelle in orbita ravvicinata). A conferma di questa ipotesi, l’analisi spettroscopica dei raggi X mostra la presenza di plasma a oltre 30 milioni di gradi e di elementi pesanti altamente ionizzati (come il ferro): caratteristiche tipiche delle collisioni tra i venti stellari di due stelle massive in un sistema binario.

Il periodo orbitale osservato e un modello teorico semplificato costruito per riprodurre l’emissione osservata suggeriscono che Wd1-9 sia composta da una stella recentemente evoluta nella fase di Wolf-Rayet, dopo avere perso gli strati esterni ricchi di idrogeno, che sono stati accresciuti nella compagna OB attraverso un processo di overflow del lobo di Roche, tipico del trasferimento di massa di tipo B (i lobi di Roche sono superfici equipotenziali attorno alle stelle di un sistema binario, che permettono il trasferimento di massa da una stella all’altra).

Questi risultati rendono Wd1-9 un oggetto di altissimo interesse scientifico, ideale per lo studio delle ultime fasi evolutive delle stelle massive e dei processi fisici ad alta energia che si possono indagare solo in questi sistemi.

Lo studio è descritto nell’articolo: “EWOCS-IV: 1Ms ACIS Chandra observation of the supergiant B[e] star Wd1-9“, recentemente pubblicato da Astronomy & Astrophysics. Tra i coautori dello studio figurano anche M. G. Guarcello, S. Sciortino, E. Flaccomio e F. Damiani dell’INAF – Osservatorio Astronomico di Palermo.

 

La figura di copertina (cliccare qui per visualizzarla internanente) mostra nel pannello superiore l’immagine in raggi X (Chandra/ACIS) di Wd1-9, con le sorgenti deboli circostanti; nel pannello inferiore l’immagine nel medio infrarosso ottenuta dal James Webb Space Telescope/MIRI, che mostra un campo circa 10 volte più ampio rispetto all’immagine Chandra. In evidenza l’ambiente complesso in cui si trova Wd1-9, al centro, vicino alla supergigante rossa W26, anch’essa molto brillante.

 

 

Mario Giuseppe Guarcello 

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