100 Near Earth Objects in attesa di conferma classificati grazie al Gal Hassin

Gli impatti meteoritici hanno certamente svolto un ruolo fondamentale nel plasmare la Terra e il suo ecosistema nel corso del tempo. Tuttavia, il rischio di impatti non riguarda solo il passato del nostro pianeta. In particolare, i Near Earth Objects (NEO) costituiscono una famiglia di asteroidi che richiede un monitoraggio costante.

 

Tecnicamente, un NEO viene definito come un oggetto che orbita attorno al Sole ad una distanza compresa tra 0.98 e 1.3 Unità Astronomiche (U.A., 1 UA è pari a 150 milioni di km, ossia la distanza media tra la Terra e il Sole). Di conseguenza, questi oggetti orbitano a distanze ravvicinate rispetto al nostro pianeta. Tra i NEO, quelli considerati ad alto rischio di impatto (PHA, Potentially Hazardous Objects) sono quelli la cui orbita raggiunge una distanza minima dall’orbita terrestre di 0.05 UA (determinata dal parametro di Minima Distanza all’Intersezione delle Orbite, o MOID), o che hanno dimensioni di almeno 140 metri. Ad oggi si contano più di 30.000 NEO, tra i quali circa 2.300 sono classificati come PHA. Gli oggetti scoperti recentemente, ed in attesa di una classificazione definitiva, vengono inseriti nella Confirmation Page (CP) del Minor Planet Center. Le osservazioni di questi oggetti devono essere tempestive, per permetterne la classificazione prima che si corra il rischio di perderli.

 

Le principali agenzie spaziali hanno da tempo avviato campagne di osservazione e monitoraggio dei NEO, utilizzando telescopi di vario tipo. Un ruolo fondamentale in questo lavoro è svolto da siti di osservazione con piccoli telescopi distribuiti in diverse aree della Terra. I dati delle osservazioni dei NEO vengono successivamente resi pubblici e divulgati su portali come NEODyS.

 

Da alcuni anni, la stazione osservativa del Gal Hassin, situata nel territorio del comune di Isnello (PA), partecipa attivamente alle osservazioni dei NEO con il suo telescopio riflettore Galhassin Robotic Telescope (GRT), che ha un’apertura di 400 mm e un rapporto focale f3.8. Il GRT consente osservazioni su un ampio campo di vista di 83×83 arcominuti, corretto grazie allo spianatore integrato. L’efficacia del GRT nelle osservazioni dei NEO è testimoniata dal finanziamento ottenuto nel 2019, assegnato dal Planetary Society di Pasadena (California) come parte dello Shoemaker NEO Grant 2019.

 

In questi giorni, il Gal Hassin celebra il centesimo NEO la cui natura è stata confermata attraverso osservazioni effettuate con il GRT. I 100 NEO osservati con il GRT presentano una magnitudine V compresa tra 15 e 20 e una velocità apparente compresa tra 0.1 e 200 arcosecondi al minuto. Per fare un confronto con altre strutture dedicate alle osservazioni dei NEO, le osservazioni del GRT si sono posizionate tra le prime 3 in Europa per il 70% di questi NEO e sono state le prime in assoluto nel 40% dei casi. Il GRT è inoltre rientrato tra i primi 20 osservatori al mondo per il contributo fornito alle osservazioni di NEO nel mese di maggio 2022, secondo la classifica stabilita da NEODyS ad ogni lunazione. Il ruolo di primo piano svolto dai telescopi del Gal Hassin, gestiti dall’astronomo A. Nastasi, nel monitoraggio dei NEO continuerà anche in futuro, anche grazie al supporto di G. Valsecchi (IAPS – INAF di Roma) e M. di Martino (INAF – Osservatorio Astrofisico di Torino). In un futuro prossimo sarà operativo anche il Wide-Field Mufara Telescope, un telescopio a primo fuoco con un’apertura di un metro installato sulla vetta del Monte Mufara (1650 metri)

 

La figura (cliccare qui per visualizzarla interamente) mostra la distribuzione di magnitudine e velocità apparente dei 100 NEO osservati con il GRT. “L34” è il codice attribuito al GRT dal Minor Planet Center.