[…], 1880 ca.
ottone, acciaio, noce, ghisa
altezza complessiva = 22 cm
stato: discreto
Lo strumento compare nelle fonti d’archivio come proveniente dall’Ufficio Centrale di Meteorologia ed è registrato nell’inventario di Valverde. Si tratta di un classico modello di igrometro di Chistoni, da lui descritto negli Annali dell’UCM.
Lo strumento è costituito essenzialmente da una scatola metallica A in contatto con una superficie metallica argentata B. La scatola si riempie di etere, in cui si fa gorgogliare aria per mezzo della pompa C. Il termometro D, il cui bulbo è immerso nell’etere, serve a misurarne la temperatura. La misura si esegue leggendo la temperatura non appena lo specchio comincia ad appannarsi; a questo punto si smette di insufflare aria e si ripete le lettura di temperatura non appena lo specchio ritorna ad essere limpido. La media delle due letture è, con buona approssimazione, la temperatura di rugiada, da cui si può risalire alla tensione di vapore cercata.
L’esemplare conservato a Palermo ha il contenitore A in ottone; lo specchio metallico B, rettangolare con angoli arrotondati, ha le dimensioni di 5,5 x 10 cm. Il piedistallo è costituito da una colonna in legno di noce tornito fissata ad una base rotonda in ghisa, del diametro di 10 cm.
Sulla parte superiore del contenitore A sono saldati due tubicini metallici: ad uno è collegata la pompa (mancante e di recente sostituita) mentre l’altro, che serve per il deflusso dell’aria, è danneggiato alla base. Manca il termometro ed il collarino di sughero in cui veniva inserito.
BIBLIOGRAFIA
Chistoni, C. Modificazione dell’igrometro ad appannamento e cenno storico di questo apparecchio. in “Annali dell’Ufficio Centrale di Meteorologia”, 1882, pp.19-27.
Cantone, M. Corso di fisica sperimentale. Napoli, 1913, p. 555.
Crestani, G. – Bonacini, C. – Del Nunzio, B. – Pellizzaro, I. – Rigoni, M. L’uomo e l’aria. L’atmosfera. Milano, 1939, p.156.
Tieri, L. – Polara, V. Fisica sperimentale, Roma, 1946, p. 655.
Memorie della Società degli Spettroscopisti, vol. 12 (1883), tav. 149.