Rudolf Vivenot, Vienna, 1865 ca.
ottone, vetro
altezza complessiva = 30 cm ca.
buono
Nel 1865, il medico austriaco Rudolf Edlen von Vivenot (1807 – 1884), durante un suo soggiorno a Palermo, eseguì misure di evaporazione atmosferica presso l’hotel di Francia, in Piazza Marina, con un atmometro, di sua invenzione all’Albergo . Entrato in contatto con Pietro Tacchini, poté confrontare le sue misure con quelle eseguite all’Osservatorio di Palermo con un atmometro Gasparin (oggi disperso). Partendo, Vivenot donò il suo atmometro all’Osservatorio dove, dal maggio 1865, le misure furono eseguite anche con questo strumento.
Trascriviamo qui di seguito la descrizione dello strumento e le istruzioni per il suo uso redatte da Pietro Tacchini ed inserite nel numero di aprile 1865 del Bullettino Meteorologico del Reale Osservatorio di Palermo:
Oltre alle misure dell’evaporazione fatte come negli scorsi anni all’Atmometro di Gasparin, nel mese di Maggio si inizieranno le osservazioni anche all’Atmometro di Vivenot, collocato al posto dei termometri esterni al Nord, difeso dall’azione diretta del sole e dei venti.
Lo strumento è rappresentato dalla qui unita figura a metà della sua vera grandezza. Un vase di vetro AA’A”’A”’, contenente mercurio per una altezza indicata dalla linea aa’ appoggia sulla base LL’, che a mezzo di tre viti si porta ad essere orizzontale. I due recipienti in vetro BB’ bb’ e G, il primo a forma d’imbuto, il secondo sferico, comunicano fra di loro a mezzo del tubo ss’.
Il mercurio può entrare nella sfera G pel cilindretto g, che deve sempre pescare nel mercurio. La parte dell’imbuto BB’ bb’ è cilindrica e l’apertura circolare BB’ ha un diametro dieci volte maggiore di quello del tubo misuratore ss’, sul quale è incisa una scala di millimetri 100. A mezzo del bottone M si può fare immergere o sortire dal mercurio la sfera G, e portare la punta p’ di un sottile ago d’avorio pp’ in contatto colla superficie del mercurio.
Per eseguire lo esperimento si opera nel seguente modo; la punta p’ sia nella posizione indicata dalla figura, la sfera G piena d’acqua e con essa il tubo misuratore sino al punto s, ove incomincia la divisione. Si faccia immergere la sfera G nel mercurio e per conseguenza anche la punta pp’, per modo che l’acqua obbligata a salire vada a riempire esattamente il vaso evaporatore BB’ bb’. La superficie evaporante da ciò che era al posto del punto zero si è resa così 100 volte più grande.
Dopo un determinato tempo se vorrà vedersi l’altezza dell’acqua evaporata alla superficie BB’, si porti di nuovo la punta p’ a contatto col mercurio, e l’acqua nel tubo ss’ non arriverà più al punto s o zero, ma 100 volte più bassa dell’altezza di acqua evaporata, fatta dunque la lettura sulla scala in millimetri, divisa per 100 darà la misura della evaporazione. Siccome nella scala i due decimi di millimetro si possono stimare facilmente, così l’approssimazione riesce di 0,002 mm. All’apparecchio è unita una piccola clepsidra n che indica il tempo necessario affine l’acqua scoli tutta dalle pareti dell’evaporatore entro il tubo ss’.
Lo strumento è stato di recente restaurato e completato delle parti mancanti. Il braccio verticale, in ottone, ha un’altezza di 21 cm; la base circolare, in legno, ha un diametro di 12 cm. Il sistema vaso+bulbo+capillare è alto circa 20 cm; il diametro del vaso è di 3,5 cm come quello del bulbo. Il bicchiere per il mercurio è alto 6 cm con diametro superiore di 7 cm ed inferiore di 5,5 cm.
BIBLIOGRAFIA
Vivenot, Jr., R. E. (von) Uber einen neunen Verdunstungsmessere. Wien, 1863.
Bullettino Meteorologico del R. Osservatorio di Palermo,, 1865, vol. I, n.2, p.1-2.
Tacchini, P. Atmometro di Vivenot. in “Bullettino meteorologico del R. Osservatorio di Palermo”, 1865, p.11.