Accessori

1.1.1 – Dinametro di Ramsden

 

[…], fine XVIII secolo
lunghezza = 3,1 cm
diametro oculare = 2,9 cm
stato: buono

 

 

 

 

 

 

 

Questo strumento serve per misurare il numero di ingrandimenti che si ottengono da un telescopio con un determinato oculare. Il valore dell’ingrandimento si ricava attraverso il rapporto fra il diametro dell’obiettivo ed il diametro della sua immagine vista nell’oculare.

Si tratta di un oculare positivo, nel fuoco del quale è inciso un finissimo reticolo; la lunghezza dello strumento è di circa 3,1 cm; il diametro della lente è di circa 2,9 cm. E’ conservato in una piccola custodia cilindrica in legno di bosso, all’incirca delle stesse dimensioni.

BIBLIOGRAFIA

Archivio Inventari dell’Osservatorio astronomico di Palermo 1/2.
Miotto, E. – Tagliaferri, G.  – Tucci, P. La strumentazione nella storia dell’Osservatorio astronomico di Brera. Università degli Studi di Milano, 1989, n. 12.

 

1.1.2 – Termometri (Drechsler)

 

 

Drechsler, Palermo, 1824
ottone, noce
lunghezza = 23 cm
larghezza = 2,2 cm
stato: buono

 

 

Nella prefazione al suo Catalogo di stelle del 1803, a proposito delle migliorie che sarebbero necessarie per rendere assolutamente perfetto il grande altazimut di Ramsden, Piazzi scrive che una causa di errore proviene dalla ineguale dilatazione ed espansione del metallo. Se su tutta la circonferenza la dilatazione o la contrazione fossero uguali le letture sulle divisioni superiori ed inferiori non presenterebbero alcuna incertezza. Ma la parte esposta all’aria aperta si espande meno di quella che ne è più distante, come ho potuto io stesso notare assai spesso. Dei termometri disposti lungo la circonferenza ad una distanza di 15 gradi l’uno dall’altro potrebbero mostrare tale effetto che non sarebbe allora difficile da tenere in considerazione (nella correzione delle misure) per mezzo di una tabella appositamente compilata. Io avevo a suo tempo proposto al Ramsden questo accorgimento ed egli stesso lo aveva approvato, ma trascurò di attuarlo e non reputai di dovere insistere.

Niccolò Cacciatore, riprendendo il suggerimento di Piazzi, nel 1824 fece costruire dal meccanico Drechsler, sei piccoli termometri e li fece applicare alla scala circolare del Cerchio, da cui sono stati smontati probabilmente negli anni Cinquanta di questo secolo.

I termometri sono montati su di una piastra di ottone forata alle estremità. In corrispondenza del bulbo la piastra presenta un fessura longitudinale per permettere un migliore contatto termico fra il mercurio ed il metallo del Cerchio; il bulbo è protetto da un involucro in noce, bombato.
Le scale sono in gradi Fahrenheit, con numerazione ogni 10. In dettaglio:
A1: scala da -3° a 181°F
A2: scala da -18° a 192°F
B1: scala da -10° a 175°F
B2: scala da 0° a 195°F
B3: scala da +25° a 165°F.

Manca il termometro A3; tutti gli esemplari sono in buone condizioni, tranne A1, nel quale manca il bulbo. Nei termometri B1 e B2 la scala è incisa a destra del capillare, negli altri a sinistra.
Sulla parte superiore della piastra di ottone è inciso

DRECHSLER
PALERMO

BIBLIOGRAFIA

Archivio Inventari dell’Osservatorio astronomico di Palermo 1/2.
Piazzi, G. Precipuarum Stellarum Inerrantium Positiones Mediae Ineunte Saeculo XIX ex Observationibus Habitis in Specula Panormitana ab Anno 1792 ad Annum 1902. Panormi, 1803, p. XXXVI.
Cacciatore, N. Del Reale Osservatorio di Palermo. Palermo, 1826, Libro IX, p. 125.
McConnell, A. Jesse Ramsden (1735-1800): London’s Leading Scientific Instrument Maker. Aldershot, 2007, p. 130-135.

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