Emissione di raggi X non termici dall’impatto di un resto di supernova e una nube moleculare; lo studio “Detection of X-ray flares from AX J 1714.1-3912, the unidentified source near RX J1713.7-3946” di M. Miceli pubblicato su A&A

di Mario Giuseppe Guarcello    ( segui mguarce)

 

 

Un’esplosione di supernova lascia due residui che possono essere osservati ed analizzati: mentre il nucleo della stella progenitrice si contrae fino a formare un oggetto compatto, la sua atmosfera viene proiettata nello spazio circostante formando un resto di supernova in rapida espansione. Quando interagiscono con con il mezzo circostante, i resti di supernova possono dare vita a fenomeni di grande interesse. Ad esempio, le regioni di shock prodotti dall’impatto tra un resto di supernova ed il mezzo interstellare sono importanti siti di accellerazione di raggi cosmici fino ad un’energia riconosciuta di 3×1015 eV. In diversi resti di supernova è stata infatti osservata un’intensa emissione di raggi X da sincrotrone prodotta dagli elettroni accellerati fino ad energie così elevate.

 

Un’intensa emissione di raggi X è pure attesa nel caso in cui il resto di supernova in espansione interagisca con una nube molecolare. Anche in questo caso si tratta di emissione non termica di sincrotrone o bremsstrahlung da parte di elettroni che vengono accellerati negli shock prodotti dall’impatto tra il resto di supernova e la nube molecolare, e che poi si diffondono nella nube stessa. Queste emissione, comunque, non è ancora stata osservata.

 

Un ottimo candidato per questo tipo di emissione è il resto di supernova RX J1713.7−3946, noto per essere un efficente accelleratore di raggi cosmici ed una sorgente brillante di emissione di raggi X, e circondato da una densa nube molecolare. Durante le osservazioni di questo resto di supernova da parte del satellite giapponese per osservazioni ai raggi X ASCA, è stata infatti individuata una brillante sorgente di raggi X non termici coincidente con la nube molecolare, denominata AX J1714.1−3912.

 

Nel recente studio “Detection of X-ray flares from AX J 1714.1-3912, the unidentified source near RX J1713.7-3946” di Marco Miceli (ricercatore dell’Università degli Studi ed Osservatorio Astronomico di Palermo), pubblicato da Astronomy & Astrophysics, vengono analizzate nuove osservazioni ai raggi X di AX J1714.1−3912 ottenute con i satelliti Chandra e Suzaku allo scopo di comprenderne la natura. Queste osservazioni hanno rivelato un’intensa variabilità della sorgente in tempi scala di alcune migliaia di secondi, inattesa nel caso di emissioni non termiche da resti di supernova. L’analisi temporale e spettroscopica di queste osservazioni hanno invece rivelato che la sorgente è una “supergiant fast X-ray transient”, sistemi binari composti da una stella supergigante con un oggetto compatto, non associata ne alla nube molecolare attorno RX J1713.7−3946.

 

L’immagine (link) mostra una mappa di emissione ai raggi X di RX J1713.7−3946 e AX J 1714.1-3912 ottenuta con ASCA.