Finanziati sette progetti di ricerca guidati da ricercatori INAF – OAPA

Nel Febbraio del 2022, l’Istituto Nazionale di Astrofisica ha accolto le richieste di introdurre nuovi canali per finanziare progetti individuali e sostenere la ricerca di base portata avanti dai ricercatori dei vari istituti dell’ente. A questo scopo, è stato istituito il “Bando di Ricerca Fondamentale 2022“. Il bando prevedeva il finanziamento di progetti secondo le seguenti categorie:

  1. “Large Grants” biennali per un finanziamento massimo di 200000 euro
  2. Guest Observers e GTO annuali (50000 euro) o biennali (100000 euro), specificatamente pensati per sostenere progetti di ricerca basati su osservazioni ottenute con grandi telescopi
  3. Mini-Grants biennali da 20000 euro massimo per sostenere piccoli progetti di ricerca, o aspetti specifici di progetti più ampi
  4. Theory Grants biennali da 50000 euro per sostenere studi teorici
  5. Tecnho Grants biennali da 100000 euro per sostenere progetti tecnologici
  6. Grant biennali di tipo “laboratori spaziali” da 100000 euro massimo per potenziamento dei laboratori dell’ente.

 

Dopo un’attenta selezione, nei giorni scorsi è stata pubblicata la lista dei progetti finanziati, tra cui figurano molti progetti guidati da ricercatori dell’INAF – Osservatorio Astronomico di Palermo.

 

I finanziamenti più cospicui sono stati ottenuto da:

Mario Giuseppe Guarcello (98900 euro) con il GTO-Grants “Young starburst clusters: stars, planets, compact objects and stellar exotica in extreme star forming environments“, parte del progetto EWOCS (Extended Westerlund One Chandra Survey) basato su osservazioni Chandra/ACIS-I e del James Webb Space Telescope dell’ammasso stellare di tipo starburst Westerlund 1. Scopo del progetto è lo studio del processo di formazione stellare e planetaria, delle prime fasi di evoluzione stellare, dell’evoluzione di stelle massice e formazione di oggetti compatti in ambienti di tipo starburst. Questi sono ambienti caratterizzati da un intenso tasso di formazione stellare, capaci di formare ammassi stellari estremamente densi ed popolati in singoli eventi di formazione stellare. Questi ambienti sono rari nella Via Lattea oggi, ma sono frequenti in galassie molto giovani e galassie interagenti, e sono stati più comuni nella nostra Galassia in epoche passate.

 

Angela Ciaravella (93000 euro) con il progetto di tipo laboratorio-spaziale “SurFace Enhanced infraRed spectroscopy for Astrochemistry (SFERA)” mirato a realizzare un aggiornamento del laboratorio dell’Osservatorio, implementando tecniche innovative di rivelazione infrarossa, in particolare con l’utilizzo di nano-antenne, che amplificano il segnale emesso da una transizione molecolare nel ghiaccio grazie alle proprietà ottiche dei materiali di cui sono composte.

 

Titolari di mini-grants sono invece:

Antonio Jimenez-Escobar (13000 euro) con il progetto “Complex Organic Molecules in Evolving proToplanetary Systems (COMETS)“, che ha come obiettivo lo studio sperimentale dei processi chimici che hanno luogo negli analoghi del ghiaccio interstellare e circumstellare sotto radiazione UV e raggi X meno energetici. In particolare, il progetto vuole determinare il ruolo di questo tipo di radiazione incidente sui ghiacci per la sintesi di aminoacidi. La sintesi classica di amminoacidi (sintesi di Strecker) avviene nell’acqua liquida, e finora non ci sono studi dettagliati sulla chimica dei precursori degli amminoacidi nei ghiacci.

 

Daniele Locci (19100 euro) con il progetto “Effects of high energy stellar radiation on
exoplanetary atmospheres“, mirato a studiare la chimica delle atmosfere dei giganti gassosi in orbita ravvicinata attorno alla propria stella (chiamati “Gioviani Caldi”). In particolare, il progetto è focalizzato su come il trasporto verticale e la radiazione stellare ad alta energia incidente sul pianeta modifica i profili delle abbondanze chimiche delle specie ioniche e molecolari nelle atmosfere di questi pianeti.

 

Cesare Cecchi-Pestellini (15300 euro) con il progetto “Electron impact processing of ices in moons orbiting giant planets. Implications for organic chemistry“. In questo caso i ricercatori analizzeranno gli effetti sulle specie volatili, come CO e CO2, e composti organici nelle atmosfere dei satelliti maggiori del Sistema Solare, dovuti al bombardamento da parte di elettroni accelerati dalle magnetosfere del pianeta gigante attorno al quale stanno orbitando. Tale processo è rimasto attivo sin dagli albori del nostro sistema planetario, e richiede accurati esperimenti di laboratorio per ottenere diagnostiche predicibili. Il progetto in questione prevede l’utilizzo di elettroni dotati di energia tale da impattare significativamente sull’evoluzione dei materiali organici. Questo tipo di ricerca è di estremo interesse in ottica astrobiologica, poiché le lune ghiacciate orbitanti pianeti giganti pongono un’alternativa suggestiva ai pianeti di tipo terrestre nella ricerca delle origini della vita.

 

Salvatore Colombo (19000 euro) con il progetto “Impact of Coronal Mass Ejection on Hot Jupiter Atmosphere“, riguardante lo studio delle interazioni tra stella e pianeta. L’obiettivo del progetto è determinare il ruolo delle espulsioni coronali di massa (CME) da parte della stella sulla dinamica e la chimica dell’atmosfera di un gioviano caldo, tramite simulazioni magnetoidrodinamiche 3D che descrivono l’impatto di un CME sull’atmosfera del pianeta.

 

Marco Miceli (16500 euro) con il progetto “X-raying shock modification in supernova
remnants” che mira a studiare il ruolo dei resti di supernova (nebulose in rapida espansione formate dalle esplosioni di supernove) nell’accelerazione dei protoni. In particolare, il progetta si concentra sull’analisi del fenomeno noto come “Shock Modification”, che consiste in un’alterazione dell’onda d’urto se una frazione significativa dell’energia liberata dalla supernova viene ceduta ai protoni. Rivelare fenomeni di shock modification è cruciale per provare che i resti di supernova sono un’importante “fabbrica” di raggi cosmici. In particolare, i ricercatori coinvolti nel progetto mirano a sviluppare una metodologia per il confronto dettagliato fra le predizioni dei modelli di shock modification e le osservazioni nei raggi ai raggi X dei resti di supernova.