4.01 – Sismoscopio Cacciatore

 

[…] Palermo, 1818
bosso, marmo
diametro base = 20 cm
stato: buono

MATERIALE CORRELATO

 

Fin dal 1792 nei registri delle osservazioni compiute alla Specola compaiono indicate le direzioni ed il verso di propagazione dei vari terremoti allora verificatisi. Non è noto con quale strumento venissero effettuate queste osservazioni sismiche, dal momento che non compare alcuna indicazione al riguardo, né nei registri, né negli inventari dell’epoca.

Nel 1818 Niccolò Cacciatore fa per la prima volta riferimento ad un sismografo, ma senza specificare le caratteristiche dello strumento; in seguito, in una nota spese del 1827 di mano dello stesso Cacciatore compare un Nuovo sismografo: ciò lascerebbe supporre che questo primo sismoscopio fu sostituito con un secondo. Un secondo esemplare di questo strumento, indicato come “sismoscopio di Cacciatore” è attualmente conservato a Roma presso i locali del Collegio Romano, già sede dell’Ufficio Centrale di Ecologia Agraria, ex-Ufficio Centrale di Meteorologia e Geodinamica, dove Pietro Tacchini, che nel 1895 aveva fondato della Societa’ Sismologica Italiana, aveva raccolto diversi strumenti di interesse storico per costituire un museo. Difficile dire con certezza quale dei due esemplari è il più antico; l’altro, invece, potrebbe essere una copia. Dettagliate informazioni sullo strumento e sulla sua collocazione sono fornite da Ragona, il quale nel 1855 riferisce: Un istrumento semplice ed ingegnoso, il sismografo (cuvette sismomè trique), è destinato in questo Reale Osservatorio a indicare i tremuoti e a fissarne la direzione. Esso è collocato sopra un piano orizzontale di marmo, ed è posto nella esatta posizione relativamente ai punti principali della rosa dei venti, per mezzo di una linea meridiana tracciata sul marmo dal celebre Piazzi, che a tal’uopo si avvalse di uno gnomone appositamente impiantato nel muro meridionale del locale medesimo ove si ritrova il sismografo.
Il sismoscopio di Cacciatore rimase in servizio certamente fino al 1865 e probabilmente fin quasi alla fine del secolo, quando vennero acquistati da Zona nuovi sismografi.

Si tratta di un sismoscopio a mercurio del tipo inventato nel 1703 dall’abate Jean de Haute-Feuille (1647-1724); costruito in legno di bosso, è costituito da una base circolare al cui centro, su di un piedistallo, è fissato un vaso del diametro interno di circa 12 cm, munito di coperchio. Al centro della faccia inferiore della base vi è un cilindretto in legno che serve a fissare lo strumento in un apposito foro nella mensola di marmo destinata a sorreggerlo.
Il recipiente veniva riempito di mercurio, fino a lambire otto piccoli fori praticati nelle sue pareti laterali. Lo strumento era collocato in maniera che i fori fossero in corrispondenza dei quattro punti cardinali e dei quattro intermedi. Sotto ciascuno di questi fori si trovano otto piccoli recipienti a forma di bicchiere, dell’altezza di circa 3.5 cm e del diametro di 4 cm, fissati alla base e destinati a raccogliere il mercurio che si versava in caso di scossa sismica. Sulla base sono incise otto tacche in corrispondenza, rispettivamente, delle lettere : N, NO, O, SO, S, SE, E, NE.
Lo strumento, opportunamente orientato, era collocato su una lastra di marmo perfettamente orizzontale sulla quale erano segnati i punti cardinali; il mercurio versato in vasellini opposti indicavano le scosse ondulatorie dei tremuoti, e ne segnerà le sussultorie, qualora trovasi versato o in tutti o nella maggior parte di essi.

BIBLIOGRAFIA

Enciclopedia Italiana, 1949, p. 914.
Cacciatore, N. Del Reale Osservatorio di Palermo. Palermo, 1826, App., p. XLII
Ragona, D. Osservazioni meteorologiche eseguite nel R. Osservatorio di Palemo. in “Giornale astronomico e meteorologico”, Vol. I, 1855, p. 113.
Ragona, D. Sui tremuoti di Palermo. in “Rivista Scientifica, Letteraria ed Artistica per la Sicilia”, n. 16-17-18, 1855, p. 130.