3.23 – Termometrografi (Marchi)

 

Ulisse Marchi, Firenze, 1878
ardesia, acciaio, vetro
dimensioni tavola = 33,5 x 8 cm
stato: discreto
n. s. 479, 488, 490, 493

 

Il termine termometrografo usato per indicare termometri a massima e minima, entrò nell’uso comune intorno al 1830, anche se questi non erano strumenti registratori, come il termine lascerebbe intendere.

Questo termometrografo fu sviluppato verso il 1860 da Ulisse Marchi che dal 1856 lavorava come custode presso l’Osservatorio di Firenze con l’incarico specifico di occuparsi delle osservazioni meteorologiche. Nel 1868 il Marchi pubblicò un opuscolo in cui, dopo una breve relazione sui tentativi fatti per sviluppare lo strumento, ne fornisce una descrizione. Nello stesso opuscolo egli avverte che lui stesso avrebbe provveduto alla costruzione degli strumenti, fornendo una lista di prezzi che variavano a seconda della montatura. Gli esemplari conservati presso l’Osservatorio furono certamente acquistati prima del 1889.

Il termometro è fissato in posizione orizzontale ad una tavoletta di ardesia dotata di due ganci di sospensione. Il tubo termometrico termina a sinistra con il bulbo del mercurio, che sporge di 2,5 cm dall’esterno della base, protetto da una intelaiatura metallica, ed all’estremità destra con un piccolo vaso di espansione contenente un liquido trasparente molto meno volatile dell’alcool. Nel capillare sono inseriti due piccoli indici di filo di ferro rivestito da una camicia in vetro.
Quando la temperatura aumenta, il mercurio, dilatandosi, spinge l’indice che gli sta davanti. Quando la temperatura diminuisce, il primo indice rimane al suo posto, lasciando così indicata la temperatura massima, mentre l’altro viene trascinato indietro dal menisco del liquido trasparente, fino ad indicare la temperatura minima. Fatta la lettura, gli indici vengono riportati alle estremità delle rispettive colonne per mezzo di una calamita.
Sulla tavoletta di ardesia sono incise due scale da -20°C a +60°C, con indicazioni ogni 10 gradi. La prima scala si trova sopra la parte del tubo contenente il mercurio, la seconda sotto quella contenente il liquido. In corrispondenza della prima scala si trova la scritta: Massima; sotto la seconda si trova la scritta: Minima. In entrambe le scale, in corrispondenza dello zero, è incisa la lettera G, che sta per “Gelo”. In alto, al centro, la scritta:

Termometrografo Centigrado

In basso a sinistra,

Sistema U. Marchi

In basso a destra, la scritta

Firenze 1878

ed il numero di serie. I quattro termometri conservati in Osservatorio portano i numeri di serie 479, 488, 490 e 493. I primi due sono integri, ma non funzionanti a causa del mescolamento del mercurio con il liquido. Gli altri due hanno il tubo spezzato in corrispondenza del vaso di espansione.

BIBLIOGRAFIA

Archivio Inventari dell’Osservatorio astronomico di Palermo 4/7, n.46
Annuario del Ministero della Pubblica Istruzione 1862/63, p.200.
Marchi, U. Descrizione di un nuovo termometrografo a massima e a minima. Firenze, 1868.