3.06 – Atmometro Cantoni (Tecnomasio)

 

Tecnomasio, Milano, 1866
ottone, vetro
diametro vaso = 11 cm
altezza complessiva =18 cm
stato: discreto

 

 

 

Nel gennaio del 1855, il Ministero di Agricoltura Industria e Commercio invitò tutti i cultori italiani di meteorologia a trasmettere, alla fine di ogni decade, i risultati delle loro osservazioni alla Direzione di Statistica.

A cominciare dal 1 marzo dello stesso anno iniziò quindi a funzionare un primo nucleo di servizio meteorologico nazionale, cui aderirono 21 stazioni sparse sul territorio nazionale, tra cui l’Osservatorio di Palermo. Il Ministero stesso si preoccupò di dettare norme uniformi per eseguire le osservazioni, e di inviare alle stazioni strumenti standardizzati.
Nell’ambito di questo progetto, il Cantoni, per conto della Direzione di Statistica,nel 1867 inviò  all’Osservatorio di Palermo un nuovo atmometro da lui stesso progettato, basato sul sistema dell’atmometro ideato da Adriene de Gasparin (1783 – 1862) per misurare l’evaporazione dell’acqua.

E’ costituito da un piccolo recipiente di vetro, di forma cilindrica, destinato a contenere l’acqua, il cui livello può essere regolato per mezzo di un piccolo rubinetto, da cui il liquido sovrabbondante veniva versato in un apposito vasetto, oggi disperso. Il recipiente è circondato da un anello di ottone largo 2,5 cm, con un foro di 1 cm di diametro per il rubinetto. Questo anello sostiene due montanti di 12 cm di altezza, collegati alle estremità da una sbarra recante l’iscrizione

TECNOMASIO MILANO, LONGONI E DELL’ACQUA

cui è fissata una scala verticale graduata da 0 a 30 mm. La lettura sulla scala verticale viene eseguita per mezzo di un indice costituito da un disco del diametro di 5,7 mm, suddiviso radialmente in dieci parti. Il disco ruota solidalmente ad una lunga vite il cui passo è di 1 mm.
Per eseguire la misura si pone lo zero del disco in coincidenza con lo zero della scala verticale e si riempie il recipiente di acqua in modo tale che la punta della vite ne sfiori la superficie. Trascorso un certo tempo, si ruota la vite in senso orario fino a che la sua punta non sfiori nuovamente la superficie dell’acqua, e si esegue la lettura sulla scala. Con questo metodo può apprezzarsi un abbassamento di livello di mezzo decimo di mm.
Lo strumento è assai danneggiato: di originale restano solo le parti in ottone, cioè l’anello, i montanti e la barra orizzontale con gli apparati di misura. Le parti in vetro, mancanti, sono state sostituite; inoltre è andato completamente perduto l’apparato di protezione, consistente in un treppiede in ghisa cui erano attaccate due colonnette anch’esse in ghisa che reggevano un coperchio metallico mobile per difendere lo strumento dalla pioggia.

BIBLIOGRAFIA

Archivio dell’Osservatorio astronomico di Palermo, C.U./Arg. 1866-1867.
Bullettino meteorologico del R. Osservatorio di Palermo, 1867, vol.III, p. 121-122.
Denza, F. La meteorologia in Italia. Roma, 1883, p.16.