Diamo qui soltanto una descrizione delle parti essenziali dello strumento, poiché una descrizione minuziosissima è stata data dallo stesso Piazzi nel libro II del Della Specola Astronomica.
Il cerchio orizzontale, diviso fino ai 10 minuti d’arco, è connesso tramite 10 raggi conici cavi ad un pilastro conico alto 38,5 pollici. Il pilastro e’ sormontato da una intelaiatura consistente in due piastre in “prince’s metal” e 4 colonne di ottone, ciascuna del diametro di 3,6 pollici e 42 pollici di altezza. Questa intelaiatura racchiude e sorregge il cerchio verticale, diviso fino ai 6 minuti d’arco, di cui il telescopio acromatico costituisce uno dei diametri.
Il cerchio verticale è connesso per mezzo di otto supporti conici cavi all’asse orizzontale, costituito da due tronchi di cono collegati mediante un cilindro al quale sono fissati i raggi conici del cerchio. L’asse orizzontale è sostenuto da quattro supporti, due per lato. I supporti più vicini al cerchio sono sostenuti da due colonne, e consistono in un insieme di dodici ruote, sei per ciascun supporto, accoppiate in modo da regolare la distribuzione del peso dello strumento. Quattro supporti esterni, fissati alle colonne dell’intelaiatura, sostengono la parte terminale dell’asse e possono essere regolati per assicurarne la posizione orizzontale.
La scala del cerchio orizzontale e’ protetta da un cerchio di mogano e la lettura viene fatta per mezzo di un micrometro a microscopio, mentre la lettura del cerchio verticale si esegue su due micrometri a microscopio diametralmente opposti. Questo accorgimento consente di ridurre, tra l’altro, l’effetto dell’errore delle divisioni. I micrometri permettono di apprezzare il mezzo secondo d’arco.
Lo strumento era dotato di due livelli microscopici per la rettifica dell’asse del cerchio verticale; di questi non restano che frammenti.