4.02 – Microsismoscopio (Guzzanti)

 

Guzzanti, Mineo (Catania), 1895
ferro, ghisa, acciaio, legno, vetro
dimensioni cassa = 50 x 46,5 x 110 cm
stato: ottimo

 

 

 

Venne acquistato nel settembre 1895, insieme al registratore sismico, al prezzo di 140 lire.
Questo tipo di sismoscopio fu sviluppato da Corrado Guzzanti (1852 – 1934), Direttore dell’Osservatorio Geodinamico di Mineo (Catania). L’apparecchio fu molto apprezzato da Pietro Tacchini, divenuto Direttore dell’Ufficio Centrale di Meteorologia e Geodinamica in Roma, che ne stimolò la diffusione presso gli Osservatori italiani. Esso fu fornito a numerosi Osservatori geodinamici e astronomici, fra i quali quello di Fucecchio (Firenze), di Catania, Reggio Calabria, Bucarest e Palermo.

Un’accurata descrizione dello strumento venne data dallo stesso Guzzanti nel primo volume del Bollettino della Società Sismologica Italiana. Lo stesso Guzzanti era socio di questa Società, fondata da Pietro Tacchini nel 1895 con lo scopo di dare un aggiornamento rapido sulle notizie geodinamiche italiane e straniere. Nella stessa nota il Guzzanti descrive anche un modello semplificato e su scala ridotta del microsismoscopio, realizzato per renderlo meno costoso e di più facile maneggio.
L’apparecchio dispone di tre diversi rivelatori sospesi ad un telaio triangolare in ferro, sostenuto da tre aste di ferro alte 90 cm fissate ad una base circolare in ghisa del peso di circa 36 kg. Il primo, per le scosse ondulatorie, è costituito da una sfera del peso di 6 kg attaccata rigidamente ad una verga in acciaio lunga 68 cm. L’estremità superiore della verga scorre in un apposito foro nel telaio, e può esservi fissata mediante una vite. La sfera porta inferiormente un sottile cilindro in platino che passa attraverso uno dei quattro fori di un dischetto metallico sottostante, in modo pero’ da non toccarne l’orlo. Il dischetto in questione è connesso ad un cavalletto che sostiene anche gli analoghi apparati per gli altri rivelatori e può essere ruotato per scegliere il foro di diametro opportuno (mm 1, 1.25, 1.5 e 2), variando così la sensibilità dello strumento. Il rivelatore delle scosse sussultorie è costituito da una sfera dello stesso peso della precedente sostenuta da una molla in tondino di ottone che sotto la tensione di 6 kg raggiunge la lunghezza di circa 38 cm. Il pendolo sostiene a sua volta, per mezzo di una molla di filo di acciaio, un secchiello di ottone contenente pallini di piombo che servono a regolare la tensione della molla e quindi la sensibilità dello strumento. Quando la molla e’ allungata, al fondo del secchiello un piccolo cilindro di platino si mette in contatto con del mercurio contenuto in un piattello poggiato sul cavalletto.
Il terzo rivelatore, infine, serve per le scosse ad alta frequenza ed è costituito da un pendolino del peso di 100 g terminante in un sottile cilindro di platino. Il pendolino e’ posto all’estremità di un’asta di acciaio di 35 cm di lunghezza sospesa in posizione centrale mediante una staffa scorrevole su uno dei supporti del telaio. Sotto al pendolino vi e’ un secondo dischetto con piccoli fori, come quello già descritto.
Il principio di funzionamento e’ quello della chiusura, causata dalle vibrazioni o oscillazioni dei rivelatori, dei circuiti elettrici collegati a ciascuno dei due dischetti ed al piattello con il mercurio.
Lo strumento è in ottime condizioni di conservazione e completo in ogni sua parte, compresa la sua cassa di protezione in legno e vetro. Sulla base in ghisa, porta una targa con la dicitura

MICROSISMOSCOPIO GUZZANTI

BIBLIOGRAFIA

Archivio Inventari dell’Osservatorio astronomico di Palermo 4/8, n. 122.319.
Guzzanti, C. Il microsismoscopio “Guzzanti”. BSSI, Vol. I, 1895, p.131-136.