7 – Giuseppe Piazzi con Urania e Cerere

Ritratto di Piazzi e Urania che indica Cerere

Ritratto di Piazzi e Urania che indica Cerere
Francesco La Farina, olio su tela, 1811
Dimensioni = 145 x 170 cm

Sul retro del dipinto, la scritta “Inv: et exp: P: D’Ambrosio et I: Pilati anno 1811” rivela i nomi dei committenti del ritratto e l’anno della sua realizzazione. Paolo D’Ambrosio e Giuseppe Pilati erano allievi di Piazzi e vollero probabilmente rendere omaggio al loro maestro attraverso quest’opera, attribuita a Francesco La Farina (1778-1837), come si apprende da una fonte coeva che descrive il ritratto come imaginato e pagato dal più tenero amico del Piazzi Paolo D’Ambrosio mediocrissima opera del Farina. La Farina fu assistente di Velasco e suo successore alla cattedra dell’Accademia e in quest’opera “riassume” i principali lavori scientifici, svolti o in corso, di Piazzi.

In questo grande dipinto, Piazzi è raffigurato al suo tavolo, con una figura femminile davanti a lui, che rappresenta Urania, la musa dell’Astronomia, la quale indica in cielo il carro di Cerere. La dea delle messi – Piazzi scelse questo nome per il nuovo “pianeta” da lui scoperto nel 1801 come tributo alla Sicilia, di cui Cerere era patrona nella mitologia classica – è qui tradizionalmente raffigurata col suo carro trainato da serpenti e pieno di spighe. Sul tavolo sono raffigurati un globo celeste e due volumi che rappresentano il catalogo di Piazzi del 1803, nonché tre grandi fogli su cui è appoggiato Piazzi, che indica il disegno dell’orbita di Cerere, riprodotto nel primo foglio. Sul foglio sottostante, parzialmente coperto, è riportata la bozza di una mappa geografica e la scritta “CANOVACCIO / GEOGRAFICO-TOPOGRAFICO / della Valle di Palermo / e sue adiacenze”, e si riferisce al tentativo di Piazzi del 1808 di realizzare una carta geografica della Sicilia, un progetto favorevolmente accolto dal Governo borbonico ma stroncato nel giro di pochi anni dall’opposizione dell’aristocrazia terriera. Sul terzo foglio sono raffigurati dei calcoli astronomici, probabilmente in riferimento alla preparazione della seconda edizione del catalogo pubblicato nel 1814.

Il dipinto è stato esposto alla mostra La ragione e il metodo – Immagini della scienza nell’arte italiana dal XVI al XIX secolo (Crema, 27 marzo-27 giugno 1999).