TOI-4515 b, un “warm Jupiter” con un passato turbolento. L’articolo: “The GAPS programme at TNG L. TOI-4515 b: An eccentric warm Jupiter orbiting a 1.2 Gyr-old G-star” di I. Carleo (Instituto de Astrofísica de Canarias) pubblicato su A&A

Lo studio dei parametri orbitali di un esopianeta può rivelare molte informazioni sul suo passato. In particolare, in un’ellisse l’eccentricità si calcola come il rapporto tra la distanza tra i fuochi e il centro dell’orbita sul valore del semiasse maggiore. Questo parametro è pari a zero quando l’ellisse degenera in un cerchio, mentre è uguale a uno se degenera in

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Una tecnica per modellare le macchie fotosferiche nelle stelle attive. Lo studio: “The GAPS programme at TNG LII. Spot modeling of V1298 Tau using SpotCCF tool” di C. Di Maio (INAF – OAPA) pubblicato su A&A

Il Sole è solito deliziare studiosi ed appassionati di osservazioni astronomiche con fenomeni di natura magnetica, come macchie solari e brillamenti. Si tratta di fenomeni certamente belli da vedere e fotografare, ma anche estremamente importanti da studiare e comprendere. Questo perché sono il risultato dell’interazione su larga scala tra il campo magnetico e il plasma solare. Inoltre, forniscono informazioni cruciali

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Un pianeta dalle proprietà difficili da misurare per V1298 Tau. L’articolo: “Photometric follow-up of the 20 Myr old multi-planet host star V1298 Tau with CHEOPS and ground-based telescopes” di M. Damasso (INAF-OATo) pubblicato su A&A

Tra le stelle in cui sono stati identificati più di un pianeta, V1298 Tau merita un’attenzione particolare. Si tratta infatti di una stella situata a circa 360 anni luce da noi, con un’età di soli 20 milioni di anni ed un sistema planetario che annovera ben quattro pianeti finora scoperti. Grazie alle sue caratteristiche distintive, lo studio di V1298 Tau

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Formazione ed evoluzione del complesso sistema planetario di V1298 Tau, descritti nell’articolo: “The GAPS programme at TNG. XLVIII. The unusual formation history of V1298 Tau” di D. Turrini (INAF – OATo)

Lo studio degli esopianeti in orbita attorno a stelle giovani, ossia con poche decine di milioni di anni, offre un’importante opportunità per comprendere le prime fasi dei processi evolutivi che plasmano l’architettura dei sistemi planetari. Tuttavia, tali osservazioni sono complicate dalla rarità delle stelle giovani rispetto a quelle più evolute, dal loro ambiente circostante, e dall’intensa attività magnetica di queste

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Un sistema planetario ricco e complesso per la stella TOI-4010. L’articolo: “TOI-4010: A System of Three Large Short-period Planets with a Massive Long-period Companion” di M. Kunimoto (MIT) pubblicato su AJ)

Fino ad oggi (novembre 2023), abbiamo confermato la presenza di 5539 esopianeti in 4128 sistemi esoplanetari. Ciò implica che, nella maggior parte dei casi, è stato individuato un solo pianeta per ogni sistema esoplanetario. Questa situazione è principalmente una conseguenza delle attuali limitazioni tecnologiche e scientifiche, che rendono difficile rilevare pianeti di piccola massa a distanze di alcune unità astronomiche

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Sulla probabilità di avere sub-nettuniani in sistemi planetari con giganti gassosi. L’articolo: “The GAPS programme at TNG. XLVI. Deep search for low-mass planets in late-dwarf systems hosting cold Jupiters” di M. Pinamonti (INAF – OATo) pubbicato su A&A

I due giganti gassosi del Sistema Solare, Giove e Saturno, hanno svolto un ruolo di grande importanza nel determinare le proprietà e l’architettura finale della regione interna del nostro sistema planetario. Questo potrebbe rappresentare una regola piuttosto generale. La presenza di giganti gassosi, ad esempio, potrebbe ostacolare la migrazione di materiale nella regione interna di un sistema planetario in formazione

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Un pianeta ed una nana bruna per TOI-179. L’articolo: “TOI-179: A young system with a transiting compact Neptune-mass planet and a low-mass companion in outer orbit” di S. Desidera (INAF – OAPd) pubblicato su A&A

La posizione in cui osserviamo i pianeti orbitare attorno alle loro stelle non è praticamente mai quella in cui i pianeti si sono formati. Durante le loro prime fasi evolutive, infatti, i pianeti migrano dalla loro orbita iniziale, finché il sistema non raggiunge la configurazione di equilibrio nella sua architettura finale. Questa migrazione può essere indotta da vari processi: l’interazione

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Scoperti due pianeti terrestri nella zona abitabile della stella GJ 1002. Lo studio: “Two temperate Earth-mass planets orbiting the nearby star GJ1002” di A. Suárez Mascareño (Istituto de Astrofisica de Canarias) pubblicato su A&A

La ricerca di esopianeti di tipo terrestre nella zona abitabile della propria stella è una delle linee di ricerca più importanti della scienza esoplanetaria. La zona abitabile è infatti definita come la regione attorno a una determinata stella in cui i pianeti di tipo roccioso possono ospitare acqua allo stato liquido sulla loro superficie. I pianeti terrestri nella zona abitabile,

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Cinque specie molecolari individuate nell’atmosfera di WASP-69b. Lo studio: “The GAPS Programme at TNG. XXXVIII. Five molecules in the atmosphere of the warm giant planet WASP-69b detected at high spectral resolution” di G. Guilluy (INAF-OATo) pubblicato su A&A

Lo sviluppo avvenuto negli ultimi anni nella strumentazione, nelle conoscenze e nelle tecniche osservative nel campo della ricerca sugli esopianeti non solo ha permesso di identificare e confermare un gran numero di mondi orbitanti attorno ad altre stelle, ma anche di cominciare a comprendere la composizione chimica e le proprietà fisiche di alcuni esopianeti. Questi studi possono anche rivelare informazioni

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TOI-1807b, il più giovane pianeta con periodo ultra-corto scoperto finora. “The GAPS Programme at TNG XXXVII. A precise density measurement of the young ultra-short period planet TOI-1807 b” di D. Nardiello (INAF -OAPd) pubblicato su A&A

Dei 5322 esopianeti confermati finora (fonte NASA), circa un centinaio rientrano nella categoria dei pianeti a periodo ultra-corto. Si tratta di pianeti con un’orbita estremamente stretta attorno alla propria stella, tanto da essere caratterizzati da un periodo orbitale inferiore a un giorno. Con un raggio tipicamente inferiore a 2 volte quello terrestre, questi pianeti sono molto probabilmente i nuclei rocciosi

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