Pubblicato su Astronomy & Astrophysics: “The Gaia-ESO Survey: Structural and dynamical properties of the young cluster Chamaeleon I” di G. Sacco

di Mario Giuseppe Guarcello    ( segui mguarce)

 

 

L’evento alla base del processo di formazione stellare è la contrazione gravitazionale delle nubi di gas e polvere che popolano le galassie. Detto così sembra un processo semplice… ma in realtà nasconde molte complicazioni e ad oggi non abbiamo compreso i dettaglidi come fredde ed estese nubi di gas e polveri riescano a formare ammassi ed associazioni di stelle.

 

Questo è uno degli obiettivi della Gaia-ESO Survey (GES), progetto con una forte partecipazione dell’Osservatorio Astronomico di Palermo (descritto più in dettaglio nelle highlights di ricerca di Marzo 2017), che ad oggi è la più estesa survey di ammassi stellari. Grazie ad osservazioni spettroscopiche ad alta risoluzione con strumentazione ESO, GES permette l’identificazione delle stelle associate a più di 50 ammassi e lo studio delle loro proprietà fisiche e dinamiche. In questo modo è possibile studiare il prodotto finale del processo di formazione stellare in ambienti con densità, nebulosità, e popolazione stellare diverse.

 

Questo è l’obiettivo principale di “The Gaia-ESO Survey: Structural and dynamical properties of the young cluster Chamaeleon I“, nuovo articolo basato su dati GES, pubblicato su Astronomy & Astrophysics dall’astronomo G. Sacco dell’Osservatorio Astrofisico di Arcetri. Allo studio ha partecipato il team GES dell’Osservatorio Astronomico di Palermo: R. Bonito, F. Damiani, L. Prisinzano, G. Micela e E. Flaccomio.

 

Gli autori dell’articolo analizzano la struttura morfologica e dinamica dell’ammasso stellare Chamaeleon I. I risultati principali sono l’identificazione di due popolazioni dell’ammasso, situate rispettivamente più a nord e sud rispetto il centro dell’ammasso, con una significativo moto relativo di circa 1 km/sec; aver osservato che la velocità di dispersione media dell’ammasso (1.14 ± 0.35 km/sec) è significativamente maggiore di quella delle protostelle presenti nell’ammasso (circa 0.3 km/sec), misurata da altri autori, a causa dell’interazione tra le protostelle ed il campo magnetico locale o dell’interazione gravitazionale tra le giovani stelle dell’ammasso; ed infine che l’ammasso si è formato in un ambiente a bassa densità con un alto livello di strutturazione. 

 

Nell’immagine (link) una mappa a 140 μm della regione di Cha I dall’AKARI all-sky survey (Doi et al. 2015). I cerchi gialli e rossi indicano membri dell’ammasso, gli ultimi selezionati grazie ai dati GES. I due cerchi blu delimitano i due sotto-ammassi a sud e nord.