Palermo, evento piovoso del 15 Luglio 2020.

Riceviamo e volentieri pubblichiamo dal Dott. C. Rubino , nostro collaboratore esterno e dal suo collaboratore Dott. A. Vitrano, un contributo sulla formazione del violentissimo nubifragio abbattutosi su Palermo il 15 Luglio 2020, che riporta alcuni dati rilevati dalla stazione meteorologica di INAF-OAPa

 

Nel pomeriggio del 15/07/2020, tra le 15:00 e le 19:00, si è verificato a Palermo un violentissimo nubifragio che ha letteralmente sconvolto la città provocando ingenti danni a persone e cose. Sia le persone colpite dal disastro che coloro che ne sono venute a  onoscenza attraverso articoli di giornale e servizi televisivi, si sono probabilmente chieste a quale tipo di natura appartenga il fenomeno che ha letteralmente stravolto il capoluogo siciliano e come mai non sia stato possibile prevederlo in tempo per mettersi al sicuro. I non addetti ai lavori, generalmente non sono a conoscenza di cosa rappresenti e come funzioni realmente un “temporale autorigenerante”. In questo articolo, proprio per rispondere alle loro naturali domande, cercheremo di fare un po’ di chiarezza sugli avvenimenti atmosferici che si sono verificati.

 

Iniziamo con il descrivere cosa sia un temporale autorigenerante, come si forma, perché sia molto difficile da prevedere e perché possa essere molto pericoloso. Un temporale autorigenerante è un fenomeno temporalesco che, come dice il nome stesso, si alimenta da sé, questo è possibile a causa del contrasto tra due masse d’aria che presentano
caratteristiche termiche e igrometriche molto differenti: una massa più fresca e secca presente a quote superiori e una più calda e umida presente al suolo e alle basse quote. La convergenza al suolo di queste due masse d’aria e la divergenza ad alte quote troposferiche fa sì che si venga a formare un intenso moto ascensionale all’interno del cumulonembo temporalesco che crea una sorte di “risucchio” delle masse d’aria dal basso verso l’alto (con velocità anche superiori a 50 km/h) che favorisce il raffreddamento dell’aria umida che sale e la conseguente condensazione di essa.

 

       Figura 1: schema di formazione di un temporale autorigenerante.

 

Questo processo fa sì che la cella temporalesca si auto-alimenti crescendo sempre più fin quando le masse d’aria non tornino ad una condizione di pseudo – equilibrio. Un temporale autorigenerante può sostare anche per ore su uno stesso luogo e far precipitare al suolo elevatissime quantità di idrometeore. La città di Palermo, trovandosi vicino alla costa, risulta più vulnerabile alla generazione di questo particolare tipo di fenomeno. Il motivo risiede nel fatto che si trova vicino alla superficie marina, che può essere considerata come un enorme serbatoio sfruttabile di un’aria umida e calda, che aiutando le masse d’aria a sollevarsi riesce a facilitare la convergenza dei venti al suolo.

 

Analizziamo adesso qual’era la situazione prevista dai centri meteorologici per giorno 15/07/2020 a Palermo e in particolare le previsioni fornite dal modello matematico GFS e le osservazioni satellitari di ciò che è realmente avvenuto fornite dal sito web Sat24 https://it.sat24.com/it/it).

 

Nelle carte delle previsioni della piovosità fornite dal modello matematico GFS possiamo osservare la presenza di fenomeni sul palermitano dalle ore 15 alle 20 con accumuli che vanno dai 5 mm ai 20 mm. Queste previsioni hanno fatto sì che la protezione civile non emanasse alcun allarme dal punto di vista meteorologico con un’allerta meteo descritta come verde nel bollettino emanato dall’ente.

 

In realtà, come possiamo osservare dal satellite, su Palermo si è formata una cella temporalesca autorigenerante tra le ore 16.00 e le ore 19:00, cella alcuna difficilmente prevedibile e non prevista da alcun centro meteorologico, fatto che giustifica il mancato allarme da parte della protezione civile.

 

La cella ha determinato degli accumuli nella città di Palermo che variano dai 74 mm registrati dalla stazione dell’osservatorio Astronomico di Palermo INAF OAPa (http://meteo.astropa.unipa.it/public/create_table2-flags.php?avgtype=1&timespan=4&day=15&month=7&year=2020&dayend=15&monthend=7&yearend=2020) ai 134 mm registrati dalla stazione SIAS della Regione Sicilia (http://www.sias.regione.sicilia.it/frameset_dati.htm).

 

Mentre in natura la pioggia viene rallentata dall’intercettazione delle foglie degli alberi e poi assorbita dal suolo, l’ambiente urbano non permette alla pioggia di infiltrarsi velocemente nel terreno e dunque questa fluisce velocemente scorrendo lungo le linee di massima pendenza e riempiendo gli avvallamenti.

 

Conoscendo sempre più a fondo i fenomeni naturali, l’uomo può applicare tecnologie migliori al fine di subire meno danni da questi eventi, che se pur eccezionali, in natura sono possibili.

 

Migliorare i modelli fisico-matematici, avere computer in grado di fare calcoli sempre più complessi, avere maggiori stazioni che raccolgono dati e urbanizzare cercando il miglior equilibrio tra noi ed il pianeta sono i passi che percorriamo e che dobbiamo continuare a percorrere per ridurre il rischio, non solo di questo determinato fenomeno, ma anche di quello geologico e idrologico nei loro aspetti più vari.

 

A cura del Dr. Rubino Cosimo e del Dr. Vitrano Andrea.